Nel mio articolo di questa settimana commenterò il regista italiano Luchino Visconti. Nato nel 1906 in una famiglia che può essere fatta risalire alla nobiltà milanese del XII secolo, Visconti è stato un eccezionale cineasta italiano che ha lasciato un’imponente opera.
È riuscito a sfuggire ai limiti imposti dalla sua classe sociale per firmare film politici e sociali in cui critica le classi dominanti del suo paese, siano esse nobili o borghesi, nel contesto capitalista, in film ambientati nel XIX o XIX secolo. XX secolo. un secolo.
Ad esempio, “Il Gattopardo” (Il Gattopardo, 1963), uno dei suoi film più famosi, descrive un’aristocrazia decadente che vive attraverso le turbolenze dei cambiamenti di potere nell’Europa del 1860. Il personaggio principale, il principe Salina (Burt Lancaster), deve affrontare con il declino della sua famiglia e l’ascesa della borghesia e le guerre d’indipendenza guidate da Giuseppe Garibaldi.
Nel suo penultimo film Violência e Paixão, del 1976, che ho visto questa settimana, l’immagine è contemporanea. Il regista mette in scena il conflitto tra un professore di mezza età (sempre l’attore americano Burt Lancaster) e una famiglia aristocratica che decide di affittare un appartamento nel magnifico edificio architettonico di sua proprietà a Roma.
Come ne Il Gattopardo, è al centro del fuoco il contrasto tra la volgarità dei nuovi ricchi e i valori di classe del principe. Qui però la differenza è più sottile. Sebbene sia un intellettuale circondato da libri e amante dell’arte, non c’è conflitto tra due classi sociali, ma solo visioni del mondo. Vediamo l’insegnante uscire come da una capsula temporale ben chiusa, per interagire con gli individui che compaiono nella sua vita e risvegliarlo alla modernità.
La famiglia che lo visita è composta dalla marchesa Bianca Bromonte, dal suo amante Conrad Hubel (Helmut Berger), da sua figlia Lita (Claudia Marsani) e, misteriosamente, Stefano (Stefano Baresi), il fidanzato di Lita.
Conrad è l’alieno anziano del gruppo. È un uomo di estrema sinistra della classe operaia tedesca, un politico perseguitato, che denuncia i fascisti. Vive di piccole truffe e di favori del suo marchese.
L’immagine della banda è quella che ci si potrebbe aspettare: privilegiati, inutili, egoisti e volgari, che si godono il proprio status con l’arroganza dei funzionari. Ma la precisione del film sta nel farci capire che l’insegnante, con le sue conoscenze e i suoi modi, è diverso da loro.
La personalità marginale di Conrad è la chiave per comprendere la falsa moralità che li unisce. Un grande film sulla crudeltà dei più esigenti.