Sappiamo tutti che la Bibbia è il libro più venduto sul pianeta nella storia. Ma leggere la Bibbia non è il compito più semplice. Primo: è diviso in due parti, il Nuovo e l’Antico Testamento. Ci sono alcune decine di sezioni divise in capitoli. Ciò che più colpisce in tutta quest’opera sacra che guida la fede degli ebrei, dei cristiani e di tante altre religioni nel mondo è la lingua stessa che, a prescindere dalla lingua, offre molteplici interpretazioni e utilizza comunque una struttura grammaticale molto complessa tenendo conto delle uso di modi e tempi verbali raramente utilizzati nel linguaggio quotidiano e colloquiale. Ma la Bibbia, grazie al suo intenso racconto descrittivo ed esplicativo, è anche capace di creare innumerevoli immagini subconsce. È qui che entrano in gioco la potenza e la magia del cinema.
La Bibbia… all’inizio (1966), attualmente disponibile su Star+ Streaming, deve essere solo il primo progetto di questo genere Raccolta della Bibbia, Antico Testamento, creato dal regista americano John Huston e subito adottato dal produttore italiano Dino De Laurentiis. Altri film, che trattano diversi episodi della Bibbia, furono prodotti da Laurentiis e diretti da grandi nomi del cinema, come Ingmar Bergman, Akira Kurosawa e persino Federico Fellini. Ma questa fu l’unica epopea ad essere prodotta, probabilmente a causa degli alti costi di produzione, e divenne l’ultima grande epopea religiosa dell’età d’oro di Hollywood, girata interamente agli Studios di Cinecittà in Italia.
L’opera ha molte attrattive, a cominciare dalla regia dello stesso John Huston (che interpreta ancora Noah), un cast stellare e una produzione impeccabile. Il film riassume i primi 22 capitoli del Libro della Genesi, nel senso che mostra come l’umanità ebbe inizio sulla Terra secondo le scritture ebraiche. Utilizzando uno spaccato caotico di immagini come esplosioni nell’universo, stelle, esplosioni, fuoco e lava, il film tenta di darci un’idea di come si è formata la Terra stessa. Dio, l’Onnipotente, il Padre di tutti gli uomini, è già sulla scena raccontandoci come ha creato il mondo in sette giorni.
La mela che ha cambiato tutto
Per primo venne Adamo, che Dio creò a sua immagine. Un uomo se ne è appena accorto ed è rimasto affascinato da molte scoperte. Ma solo lui lo ha introdotto alla compagnia di Eva. Conosciamo già questo passo della Scrittura in cui Eva, nonostante tutte le raccomandazioni, non riesce a resistere al desiderio del frutto proibito e mostra disobbedienza al Creatore. Adamo ed Eva furono espulsi dal Giardino dell’Eden, segnando il primo peccato e anche il primo declino dell’umanità ancora in divenire.
Seguiamo uno sconvolgimento che influenzerà direttamente i discendenti di Adamo ed Eva, i figli di Caino e Abele, due figli che non solo hanno personalità diverse, ma competono per l’attenzione e il favore di Dio. Caino (Richard Harris), arrabbiato e forse invidioso, uccide suo fratello Abele (Franco Nero). Dio mostra ancora una volta il suo disappunto di fronte alla creazione stessa, punendo Caino e facendolo vagare per il mondo nel costante timore di essere ucciso.
Passano le generazioni. Caino ha avuto dei figli, poi sono arrivati nipoti e pronipoti, e tra questi abbiamo conosciuto Noè, un passo brevissimo della Bibbia (descritto con qualche piccola variazione nel Corano), ma ricco di significati e di simboli figurativi che il cinema è sempre presente. cercando, soprattutto in cui osserviamo l’ira di Dio contro l’uomo, facendogli distruggere tutto e iniziare un nuovo mondo.
Grande bara
Noè, l’unico uomo puro, fu scelto da Dio e gli fu affidato il compito di costruire l’arca e ospitare la sua famiglia e due di tutti gli animali possibili. Il diluvio continuerà per quaranta giorni e quaranta notti, sommergendo completamente la terra. Una nuova civiltà sarebbe iniziata quando Noè e la sua arca si incagliarono sul monte Ararat, dopo che le acque si erano ritirate. In questa clip abbiamo uno dei momenti più belli del film, in una produzione imponente quanto la nave stessa, centinaia di animali sul palco e una riproduzione della terrificante inondazione mondiale.
Un altro salto nel tempo, compaiono altre generazioni e ora seguiamo la storia di Nimrod (Steven Boyd), nipote di Noè. Proprio come il suo bisnonno e la sua enorme arca, anche Nimrod vuole celebrare il suo regno costruendo una torre. Abbastanza in alto da raggiungere il cielo. A tal fine, la sua megalomania schiavizza decine di migliaia di uomini, cosa che attira anche l’ira di Dio. Così, quando Nimrod raggiunge la cima della struttura (che diventa nota come la Torre di Babele), Dio rilascia un raggio distruttivo il cui effetto è quello di confondere la lingua di tutti, facendo sì che gruppi diversi parlino lingue diverse per abitare nel mondo.
Abramo, discendente diretto di uno di questi gruppi, appare come un altro eletto capace di ascoltare le richieste di Dio. La missione di Abramo è certamente la più complessa e importante di tutte le figure bibliche (e che si ripeterà poi con Mosè) – e non è un caso che egli sia riconosciuto come il primo dei patriarchi biblici e il fondatore del monoteismo ebraico. Dopo che Dio avrà comandato ad Abramo, questi dovrà lasciare la sua terra natale di Ur, portando con sé sua moglie Sara (Ava Gardner) e tutto il suo popolo verso il luogo che Dio ha scelto, dove sarà stabilita la nazione degli ebrei. Questa è la Terra Promessa conosciuta come Canaan, che oggi si chiama Israele.
Interrompere la minzione
“La Bibbia… In principio” è un lavoro lungo, che dura più di quattro ore, e da un punto di vista commerciale, scommettere sul fallimento critico sarebbe inevitabile per qualsiasi dirigente di studio e proprietario di sale cinematografiche. Per darti un’idea, hanno addirittura promosso una pausa proprio nel bel mezzo del film, quando il sottotitolo “Break” dava al pubblico l’opportunità di fare quella semplice corsa in bagno o comprare un’altra vaschetta di popcorn.
Tuttavia, il film ebbe un enorme successo e ricevette una nomination all’Oscar per la migliore colonna sonora originale. Inoltre, stiamo parlando della Bibbia, le cui storie sono antiche e molti dei conflitti descritti danno un’idea chiara di ciò che vediamo oggi, ad esempio in Israele, quando popoli praticamente fraterni stanno conducendo una guerra sanguinosa chiedendo la proprietà della terra per loro stessi. Chiama a casa loro. Sì, è una questione di fede, e in questo senso resta da chiedersi se e quando Dio deciderà di punire molti, e se verrà scelta una nuova persona per stabilire un nuovo inizio.