Gli scienziati dell'Università di Oxford hanno scoperto cervelli umani conservati fino a 12.000 anniIl che mette in dubbio la convinzione che il cervello sia uno dei primi organi a decomporsi dopo la morte.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Atti della Royal Society BHa esaminato più di 4.000 campioni, rivelando importanti informazioni sulla conservazione del tessuto cerebrale nel corso di migliaia di anni.
I ricercatori hanno individuato le principali tipologie di conservazione e un gruppo classificato come “sconosciuto”, che rappresenta quasi un terzo dei campioni studiati, e indica la presenza di processi di conservazione che la scienza non ha ancora studiato.
L'analisi ha rivelato che le condizioni ambientali svolgono un ruolo cruciale nel preservare il tessuto cerebrale. I risultati suggeriscono che oltre alle condizioni note che possono rallentare la decomposizione, come ambienti secchi e ricchi di minerali, altri fattori sconosciuti possono contribuire all’eccezionale conservazione di alcuni cervelli.
Questa scoperta ha importanti implicazioni sia per l’archeologia che per la medicina, suggerendo nuove linee di ricerca nella conservazione dei tessuti e possibilmente aiutando lo studio delle malattie neurologiche.
Il team di Oxford ha espresso interesse nell'esplorare ulteriormente processi “sconosciuti”, con l'obiettivo di comprendere meglio come il cervello umano sia in grado di resistere alla decomposizione per periodi così lunghi.