Sebastian Avellino Vargas, l’allenatore fisico dell’Universitario, Perù, è stato arrestato per insulti razzisti all’inizio di mercoledì, dopo un duello con il Corinthians, alla New Quémica Arena, nell’andata delle qualificazioni alla Copa America.
I tifosi del Corinthians hanno accusato il professionista di aver compiuto gesti razzisti poco dopo il fischio finale di Itakera. Secondo testimoni oculari, il peruviano capovolgerebbe le sedie nel settore occidentale e imiterebbe una scimmia sul bordo del prato.
Poiché sul campo non era presente alcuna unità del Tribunale Penale Speciale (Jecrim), Sebastian Avellino è stato portato al Distretto di Polizia 65, la stazione di polizia responsabile dei crimini nella zona, nelle prime ore del mattino.
In tutto, due tifosi e un raccattapalle del club hanno accettato di andare dal Pd a testimoniare, così come gli agenti di polizia che avevano seguito il caso fin dall’inizio. I testimoni sono stati rilasciati intorno alle 3 di mercoledì.
L’ultimo ad essere sentito è stato il preparatore fisico, che è rimasto circa due ore all’interno di un’auto della polizia fino a quando non si è recato all’Istituto di Medicina Legale (IML), adiacente alla questura, per un accertamento penale. La sua testimonianza è stata successivamente registrata.
Due dipendenti di Universitario hanno seguito da vicino la situazione in Questura. Ad affiancare un membro del comitato tecnico della squadra di Lima, su richiesta dello stesso Universitario, c’era anche Armando Montejudo, console peruviano a San Paolo.
L’imputato è rimasto in questura fino al mattino, quando è stato trasferito al 50° commissariato. Avrà ancora un’udienza per l’affidamento per scoprire i prossimi passi del processo.
È importante sottolineare che il razzismo equivale al danno razziale (articolo 20 – Legge 7716/89) è un reato non soggetto a cauzione ea pagamento.
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