Il mese prossimo, in ottobre, per la seconda volta, uno dei nostri film (diretto da me e Tatiana Sakr) sarà proiettato ad un festival a Milano, in Italia. Il primo è stato con “Central – il potere dei volti nella prigione più grande del Brasile” nel 2017. Ora sarà con “Olha Pra Elas”, che è anche un lungometraggio. Ho strani ricordi di quel periodo del 2017. Principalmente perché ero ricoverato in ospedale a causa di complicazioni legate al diabete. Dopo essere stato visitato da un gruppo di tre chirurghi cardiovascolari (più lo specializzando che mi ha eseguito l’esame della gamba), sono stato indirizzato a un quarto specialista, che avrebbe tratto una conclusione definitiva e avrebbe espresso un giudizio su ciò che mi sarebbe stato fatto. .
Il Dottore era il bravo tipo italiano del melodramma. Parlò ad alta voce e indicò molto. Dalle loro espressioni facciali, ho potuto dedurre che si trattava di una situazione complicata. Mi era già stato diagnosticato il “piede diabetico”, una delle tante complicanze della malattia. Ho avuto la traduzione di Luca Alfredi (montatore e sceneggiatore dei nostri lungometraggi oltre che dell’ottimo film “Estmago”, tra gli altri lavori). Luca è italiano di Milo, ma vive a Lisbona. Era nel suo paese natale per lo stesso motivo per cui eravamo noi: partecipare ai festival cinematografici per i quali era stato selezionato “Central”.
Luka e il dottore hanno parlato molto. Ed ero lì senza capire nulla. Finché l’editore non venne a spiegarmi la situazione. Il medico disse che dovevo tornare immediatamente a Porto Alegre e farmi ricoverare in ospedale. Luca e Tatiana hanno pensato anche ad un piano speciale: sarei andata con Luca a Lisbona, dove avrei preso un volo diretto per Porto Alegre, senza dover fare coincidenze o scali da sola.
È stato automatico: in quel momento ho protestato. C’è ancora una tappa del festival a Roma e io non mollo. Luca stava parlando con il medico, che ha risposto scuotendo la testa in senso negativo. Finché Luca non ha detto qualcosa, il medico ha risposto con un certo entusiasmo, mi ha guardato e ha detto qualche parola in più. Quest’ultimo, tradotto da Luca Lee. “Ha detto che si può andare a Roma, ma niente turismo. Solo per partecipare al festival”.
Ero così felice che, nonostante la curiosità, ho dimenticato di chiedere a Luca cosa ha fatto cambiare idea al dottore. Circa due anni dopo, eravamo nella sede della Panda Filmes in una videoconferenza con Luca sulla nostra serie TV “Retratos do Cárcere”, quando è venuto fuori l’argomento. Solo allora Luca ci ha rivelato la miracolosa conversazione che ha fatto sì che il medico italiano mi permettesse di continuare il mio viaggio: Luca (parlando di me): “È un importante giornalista e regista brasiliano. È venuto in Italia per promuovere il film che hanno realizzato sulla violenza in Brasile”. Il Dottore (emozionato): “Oh sì, l’ho visto. ‘Elite Squad’. Quindi può andare a Roma, ma senza turismo”.
Spero che Jose Padilha non lo sappia.