Marco Bellocchio Apparve sulla scena italiana nel 1965, all’età di 26 anni, con l’opera Pugni in tasca [De Punhos Cerrados, em português]. Si affermò presto come simbolo di protesta e ribellione, grazie ai pugni chiusi del personaggio incestuoso interpretato da Le Castel.
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Erano tempi gloriosi per il cinema italiano. Non solo erano attivi i maestri – Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Federico Fellini e lo stesso Roberto Rossellini, che aveva reinventato il cinema televisivo – ma c’era una nuova generazione di giovani brillanti. Bellocchio, giusto, ma anche Francesco Rossi, Elio Petri e Bernardo Bertolucci. Oggi sono tutti morti, anche Castel, e sopravvive solo Bellocchio, ancora in lotta.
La première sarà questo giovedì 18 Rapimento del PapaChe ha lanciato l’anno scorso in una competizione all’età di 84 anni. Adesso sono 85. Non fatevi ingannare dal titolo. Il rapimento non è per il Papa. Pio IX è il rapitore del ragazzino Edgardo Mortara, un caso sconvolgente che dimostra come il Medioevo sia continuato in Italia fino al XIX secolo.
Originariamente chiamato rapirema è stato rinominato, forse a causa di eventi più recenti Rapimento, un film francese con Hafsa Harzi, o perché questo titolo nel paese non era abbastanza forte per attirare il pubblico. Basato sul libro Caso Mortarascritto da Francesco Di Giacomo, pubblicato in Brasile.
E’ un film d’epoca. Si verifica durante il periodo noto come Unificazione, quando le forze rivoluzionarie combatterono per unire un’Italia frammentata, dove una manciata di regni combattevano tra loro per il potere. In questo contesto, il Papa si governò come un tiranno sulla Polonia, che era la sede dello Stato Pontificio.
Immediatamente, la routine di una famiglia ebrea della zona – i Mortara – viene brutalmente sovvertita quando i soldati del Papa fanno irruzione nella casa con l’ordine di prendere il giovane Edgardo. Con sorpresa dei genitori, Mariana e Salomone, Edgardo venne segretamente battezzato – scopriremo poi come e da chi – nella fede cattolica e, da cristiano, Pio IX gli chiese di ricevere una adeguata educazione presso la corte pontificia.
Inizia una battaglia legale, mentre i genitori cercano di riprendere la custodia del figlio, sostenuti da entità ebraiche che si rendono conto della gravità del momento e cercano di garantire alcuni diritti (culto e identità). Lo stesso Papa, minacciato dall’avanzata dei rivoluzionari, cerca di affermare, se non di espandere, i suoi poteri. è guerra.
A quasi 60 anni mi sono lasciata Con i pugni chiusi e Rapimento del Papa, Belluccio ha realizzato molti film basati su storie e personaggi reali: il rapimento di Aldo Moro e le circostanze politiche che gli hanno permesso di essere ucciso dalle Brigate Rosse, La donna dimenticata e il figlio illegittimo di Mussolini, ecc. Ha messo in discussione le istituzioni religiose e repubblicane. Non ha mai smesso di essere combattivo, barocco e operistico.
All’inizio degli anni ’90 inizia una fase controversa della psicoanalisi, condividendo anche la regia con il suo analista Massimo Fagioli in film caratterizzati da un forte erotismo. Jean Tollard, nel Dizionario del cinema, fa riferimento alla sua fatica artistica. Bellocchio finirebbe, ma è stata solo una fase, dalla quale è uscito di nuovo grande.
I film recenti sono stati forti, incluso traditore, 2019, una partnership con il Brasile, sul gangster pentito Tommaso Busetta, e Marx può aspettaredue anni dopo, fu ispirata da una tragedia familiare, il suicidio di suo fratello Camilo, nel 1968. Più di ogni altra serie in Nord America, Notte fuoriDa lui diretto nel 2022, è la prova definitiva dell’esistenza della vita intelligente su Netflix. Bellocchio si adatta a tutti i media e formati.
C’è un cattivo in questa nuova storia, quindi è troppo ridicolo per essere semplicemente vero. È il Papa a diventare sempre più ossessionato dalle “proprietà” di Edgardo, offrendo addirittura alla famiglia la possibilità di rinnegare l’ebraismo e convertirsi, unico modo per riavere il figlio. Ma la famiglia Mortara è italiana – e ossessionata – quanto il Papa, e non rinuncerà alle proprie convinzioni religiose, né ai propri diritti familiari.
La dialettica è al centro del conflitto. Come può una Chiesa che affonda le sue radici nella famiglia rafforzare spudoratamente la spaccatura di Mortara? Sono questi i temi, la sostituzione della religione con lo Stato – il fascismo – che già esisteva a Vincere, nel 2009, e che si fondava su un’altra disputa – quella sul figlio illegittimo del Duce. La rabbia dà il tono del film. Bellocchio continua a ritrarre con rumore e furia, come all’inizio, ma ora con più saggezza.
forte come sfondo politico, Rapimento del Papa Non è meno potente come affermazione dell’estetica operistica del compositore. La sua macchina fotografica si muove ritualisticamente attraverso corridoi e palazzi che rappresentano il potere. In questo spazio, che dovrebbe essere sacro – la chisa –, l’umanità non esiste più. È lì, da qualche altra parte. È una tragedia ispirata all’autocinto – l’Ottocento – ma con risonanza attuale, e questo è ciò che conta.
Non esiste complimento più grande di quello rivolto dalla rivista britannica Vista e suono a Bellocchio, dicendo che “stava facendo il suo passo”. Ciò significa che l’ottuagenario Belluccio ha raggiunto il massimo livello di competenza, e questo gli permette di realizzare i suoi film con estrema sicurezza. Paolo Perobone, che interpreta il Papa, impressiona, ma niente più di Enia Sala, che interpreta il ragazzo Edgardo, prima di essere sostituito da Leonardo Malti, Barbara Ronci e Fausto Russo Alessi, nei panni dei genitori.