Omicron e la nuova riserva distruggono le arene europee. Stoxx 600 scende di oltre il 2%
I mercati azionari europei hanno iniziato la settimana “in rosso”, con gli investitori che tornano a preoccuparsi della variabile omicron e dell’impatto delle nuove restrizioni sulla ripresa economica globale.
In questo momento, l’indice Stoxx 600, che ha il più grande indice europeo quotato e funge da riferimento per la regione, è in calo del 2,10%. Delle 600 quotate nell’indice, 538 sono in territorio negativo e solo 55 sono in controtendenza.
La pressione si è concentrata principalmente sui settori del petrolio e del gas, che hanno perso il 3,20%, seguiti dal settore dell’auto, che è diminuito del 3,18%. Anche il turismo ha registrato un calo significativo (2,94%) e le banche perdono il 2,41%, senza alcun settore nel ciclo opposto.
Gli avvertimenti dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sul tasso di trasmissione di COVID-19 allarmano gli investitori, che già venerdì scorso hanno mostrato segni di un indebolimento della propensione al rischio.
Diversi Paesi europei, come i Paesi Bassi, hanno già annunciato nuove restrizioni, e in altri, come Regno Unito e Portogallo, si parla di un possibile inasprimento delle misure restrittive esistenti. Al contrario, gli investitori temono che ciò influirà sulla ripresa dopo la pandemia.
Qui il PSI-20 è in calo del 2,56%, sotto la pressione di EDP Renováveis e BCP. Nei restanti mercati europei, l’IBEX spagnolo ha perso il 2,27%, il DAX tedesco del 2,52%, il CAC 40 francese del 2,32%, l’FSTE MIB italiano del 2,34% e l’FSTE britannico dell’1,95%.