Martedì 11 giugno, alle ore 21, il Teatro Lethes di Faro ospiterà la proiezione esclusiva del film italiano “Dante” del regista Bobby Avati.
Il film, che celebra la vita e l’opera del Sommo Poeta, figura che influenzò la storia e la cultura dell’Italia, del continente europeo e dell’intero mondo occidentale, sarà proiettato gratuitamente in italiano con sottotitoli in portoghese.
Secondo l’organizzazione, questa iniziativa “rappresenta un’occasione unica per approfondire l’arte e la vita del Sommo Poeta, attraverso la meravigliosa regia del Maestro Bobby Avati e la traduzione di un cast d’eccezione, in cui spicca l’attore Sergio Castellito nel ruolo.” Del poeta Giovanni Boccaccio.
L’iniziativa è organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona, dal Consolato Onorario d’Italia ad Albufeira e dal CIAC, Centro di Ricerca sulle Arti e la Comunicazione dell’Università dell’Algarve, in collaborazione con il Comune di Faro e con il sostegno di la Federazione. Diocesi di Faro.
Bobby Avati è un regista, scrittore, produttore e sceneggiatore pluripremiato dei più prestigiosi premi del cinema italiano.
“La decisione di produrre un film su Dante nasce dal desiderio del regista di svelare la vicenda umana del grande poeta italiano. Decisivo per Avati fu la scoperta dell’incarico intrapreso da Giovanni Boccaccio nel 1350 e raccontato nell’acclamato Tratatello dantesco.
Il film unisce elementi del romanzo di Boccaccio con intuizioni e suggestioni frutto di vent’anni di studio del regista su Dante.
Per Bobby Avati “era essenziale anche la necessità di rendere il personaggio di Beatrice Portinari, la cui morte ispirò la Vita Nuova di Dante”.
Settembre 1350. Boccaccio riceve l’ordine di portare dieci fiorini d’oro, come simbolico compenso, a Suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca di Ravenna, nel convento di Santo Stefano degli Ulivi.
Dante muore in esilio nel 1321, mentre la sua fama si diffonde in lungo e in largo grazie alla diffusione della commedia.
Gli ultimi vent’anni della sua vita furono estremamente complicati, poiché era costantemente in fuga, cercava ospitalità in vari tribunali, ed era già condannato alla confisca dei suoi beni e alla morte sul rogo, pena che si estendeva ai suoi figli maschi che, a sua volta fuggì da Firenze. Intanto nel Comune toscano gli equilibri di potere erano profondamente cambiati e la città cercò di fare i conti con questo prezioso cittadino, anche dopo la sua morte. I dieci fiorini sarebbero un risarcimento simbolico per la confisca dei beni e la condanna a morte comminata dal comune di Firenze quasi mezzo secolo fa.
Contro quella parte del mondo ecclesiastico che considera la commedia un’opera satanica, Giovanni Boccaccio accetta questa missione con la convinzione di poter condurre un’indagine su Dante che gli permetterà di raccontare la sua storia umana e le ingiustizie subite.
Nel corso del suo viaggio, Boccaccio incontrerà non solo la figlia di Dante, ma anche coloro che gli offrirono rifugio e ospitalità negli ultimi anni dell’esilio del poeta a Ravenna, e coloro che, al contrario, lo rifiutarono e lo misero in prigione. fuggire da.
Nel percorrere parte del viaggio di Dante da Firenze a Ravenna, fermandosi negli stessi monasteri, negli stessi borghi, negli stessi castelli, nelle stesse biblioteche, confrontandosi con le domande che si pone e con le risposte che ottiene, Boccaccio ricostruisce la storia umana di Dante, fino al punto di poterci raccontare tutta la sua storia.