A San Paolo – Dal 29 maggio al 22 agosto, prima mondiale della mostra “Beyond 2020. Italian Art in Epidemics ”si svolge presso il Museo di Arte Contemporanea dell’Università di San Paolo, con l’obiettivo di dare voce a un’arte che non si è mai fermata e ha trovato una nuova epidemia. Attraverso nuove forme di espressione e reazione al cambiamento, il mondo dell’arte ha riconosciuto l’urgenza della salute come un’opportunità di riflessione, ispirazione, collaborazione e umanità. In tutto il mondo, durante le epidemie, infatti, molti artisti hanno sentito un forte richiamo e hanno voluto dare il loro sostegno alle comunità più colpite, mettendo all’asta le loro opere o donandole per raccogliere fondi che potessero fornire sostegno economico a situazioni molto diverse. Emergenza.
Una grande passione, una voglia di reazione e un forte senso sociale, soprattutto, hanno mosso non solo gli artisti della manifestazione prettamente italiana, ma anche tante aziende che hanno dovuto adeguarsi e gestire nuove esigenze. Quindi, da un lato, l’idea di creare un progetto che fornisca una panoramica della reazione creativa degli artisti all’infezione e il lock-in analizza l’impatto che l’isolamento ha avuto sulla loro produzione; Dall’altra, la storia di come le principali aziende della scena contemporanea hanno lavorato sia sull’uso di nuovi linguaggi che sulla promozione della condivisione dell’arte e degli sforzi di raccolta fondi per mettere il servizio dell’arte nell’arte. Fretta.
Con oltre 40 opere tra dipinti, sculture, fotografie, video, installazioni, fumetti e disegni, la mostra “Beyond 2020. Cultura di San Paolo e Consolato Generale d’Italia a San Paolo. Non a caso San Paolo è stata scelta per ospitare una mostra sulla storia dell’arte contemporanea italiana, soprattutto durante le epidemie. È la città con la più grande popolazione italiana nel mondo: la sola capitale di San Paolo ha una popolazione di 5 milioni di abitanti. La selezione sottolinea anche il legame inscindibile che unisce San Paolo all’Italia, Paese che, durante le epidemie, ha fornito culturalmente e artisticamente la città brasiliana. Migliaia di record di prossimità e solidarietà, lettere aperte, concessioni volontarie, con cui i palestinesi hanno raggiunto l’Italia nei primi mesi del 2020, non solo metaforicamente, ma hanno anche unito questi due mondi tra i più colpiti dall’epidemia. “Beyond 2020” è una celebrazione di quella relazione.
In fondo al programma della mostra c’è un vero e proprio “richiamo alle armi” rivolto agli artisti invitati a condividere i risultati delle loro riflessioni lo scorso anno, prestando una o più opere che ne raccontino lo stato d’animo e il percorso. La loro ricerca. Alcuni di loro, con grande entusiasmo, hanno aggiunto i loro consueti modi di espressione a media nuovi o secondari, come Paulo Icaro, che “dipinge oltre se stesso”; Oppure Danilo Pucci ha trasferito la sua firma da schermo a monitor; Oppure Alberto de Fabio, incapace di creare i propri dipinti, ha lavorato sui dipinti utilizzando scatole di Amazon e giocattoli Playmobile; O Paulo Ventura, che nella sua incapacità di fotografare, come lo scultore Maricio Savini, si è dedicato alla pittura; Infine TV Boy, un artista di strada, ha trasferito i suoi stampini su tela.
Altri artisti hanno creato questo momento attraverso i propri canali di espressione, a volte sentendosi al sicuro nella fermezza della propria coscienza creativa, a volte riflettendo su nuovi temi. Altri ancora, come la coppia Mimo, hanno investito interminabili giorni lavorando nei propri archivi, poiché le foto di decenni fa sembravano più rilevanti che mai; O, come Vittorio Messina, la motivazione e l’ispirazione per riorganizzare la sua cella. Tra questi Matteo Basila, Riccio Cavallio, Bruno Cochelli, Aaron DeMosto, Giuseppe Giuseppe, Giovanni Ozola
La mostra cerca di fornire una panoramica di tutti gli sforzi di condivisione dell’arte e raccolta fondi che coinvolgono molte personalità e realtà del mondo dell’arte che hanno voluto dare il loro contributo per mitigare gli effetti devastanti dell’epidemia. In uno sforzo di condivisione dell’arte, lo Studio Azuro ha anche reso disponibili su Internet i vecchi video del suo archivio; Extraflox, del Centro Becky de Prato, ha ordinato che le bandiere di vari artisti volassero fuori dal museo; Olivio Toscani, che ha invitato la comunità a condividere il suo autoritratto attraverso il quotidiano La Repubblica; Il balletto close de utter di 1 metro mostra come non impedisce di ballare.
Attività di raccolta fondi, “Dunsekno” promossa dall’Accademia Nazionale di San Luca; “Art for Govt-19” della Fondazione Paulini; “Arte per La Vita in Val di Asta, 100 Fotografia per Bergamo” di Perimetro; “L’abbraccio più forte” di Valerio Perutti; La vendita delle maschere ARF “COMme VIte Distanti” e Ai Wei Wei, grazie alle quali centinaia di artisti hanno donato le loro opere, raccogliendo centinaia di migliaia di euro donati a sostegno del sistema sanitario messo alla prova dall’emergenza sanitaria.
Infine, la partecipazione del collettivo brasiliano Projedemos, nato durante l’epidemia per dare voce alla comunità attraverso previsioni negli edifici pubblici, allestirà una sala dedicata con le sue opere e laboratori didattici durante tutta la mostra.
Oltre il 2020. L’arte italiana in epidemia
Dal 5/9/21 al 8/22/21
Martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica 22:00 Nel 19 h
(Simbala richiede una pianificazione preventiva)
Avenida Point Alvarez Cabral, 1301 – Ibrapura
(Lettera della Compinas con informativa sulla divulgazione)