Il leader israeliano ha dichiarato che sta conducendo una “guerra contro il terrorismo” per giustificare l’Olocausto che sta promuovendo in Palestina
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247 – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si trova ad affrontare intense critiche e domande sulla sua gestione durante l’attuale conflitto nella Striscia di Gaza. In un’intervista alla CNN, Netanyahu ha paragonato la situazione agli eventi storici, chiedendosi se la gente avesse interrogato il presidente Franklin Roosevelt dopo l’attacco a Pearl Harbor o George W. Bush dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, secondo un report Dall’agenzia Sputnik.
L’intensità degli attacchi nella Striscia di Gaza ha portato a un deterioramento dell’immagine di Netanyahu, anche tra gli israeliani. Il Primo Ministro ha affermato che la responsabilità del suo governo per l’attacco inaspettato del 7 ottobre potrà essere discussa solo dopo la fine del conflitto.
Durante la guerra, i razzi di Hamas colpirono diverse città israeliane, uccidendo circa 1.400 persone. Netanyahu ha ammesso che dovrà affrontare questioni difficili dopo il conflitto che ha provocato la morte di oltre 11.000 palestinesi nella sola Striscia di Gaza, oltre a causare sofferenze alla popolazione civile per la mancanza di cibo, medicine, carburante e acqua.
Gli attacchi israeliani, in cui non era previsto un cessate il fuoco, hanno colpito scuole, ospedali e rifugi delle Nazioni Unite, spingendo diversi paesi a chiedere indagini contro Tel Aviv per crimini di guerra e violazioni dei diritti umani.
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In risposta a una domanda sui bombardamenti di questi siti, Netanyahu ha sottolineato che le forze di difesa israeliane cercano di ridurre le vittime civili, sottolineando che “aiutano a creare quartieri sicuri”.
Il conflitto ha già causato lo sfollamento forzato di oltre 1,6 milioni di palestinesi dal nord al sud della Striscia di Gaza, nonostante la creazione di strade per raggiungere aree sicure. Le proteste che hanno avuto luogo sabato a Tel Aviv (11) riflettono il malcontento popolare per la gestione della guerra da parte del governo.
Netanyahu si oppone ancora all’idea di una pausa umanitaria prolungata per intensificare l’ingresso di beni di prima necessità a Gaza. Ha paragonato tale pausa alla strategia post-Normandia della Seconda Guerra Mondiale, sottolineando il rifiuto di concedere “pause infinite” come desidera Hamas.
Il Primo Ministro ha affrontato anche la questione degli ostaggi, suggerendo la possibilità di raggiungere un accordo per liberare alcuni dei 240 ostaggi detenuti da Hamas. Tuttavia Hamas ha confermato che ci sono state difficoltà nei negoziati, evidenziando la complessità del processo.
La devastazione di Gaza, già una delle aree più densamente popolate del mondo, ha esacerbato la povertà estrema, che prima del conflitto dipendeva dagli aiuti umanitari. Le Nazioni Unite hanno condannato la distruzione di interi quartieri, mettendo in guardia contro la creazione di una nuova generazione di palestinesi oppressi che tendono a perpetuare il ciclo di violenza.
La guerra tra Hamas e Israele, iniziata il 7 ottobre, è stata caratterizzata da attacchi senza precedenti, mobilitazione di forze su larga scala e ricerca di ostaggi. Molti paesi hanno chiesto un cessate il fuoco e una soluzione a due Stati come unico modo per raggiungere una pace duratura nella regione.