Secondo l'Istituto nazionale di statistica italiano, lunedì 5 di questo mese la popolazione italiana è scesa a meno di 59 milioni e il tasso di invecchiamento del Paese è molto più rapido rispetto a quello dei suoi omologhi nell'Unione Europea.
“Al 1° gennaio 2022, secondo i primi dati preliminari, la popolazione (residenti) è scesa a 58,983 milioni”, ha detto il capo dell'Autorità statistica, Giancarlo Blangiardo, in un'audizione parlamentare a Roma.
Secondo Blangiardo, la popolazione del paese è diminuita costantemente dal 2014, e da allora la perdita cumulativa ha raggiunto più di 1,36 milioni di persone.
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“Il panorama demografico del nostro Paese è caratterizzato da un aumento significativo dell'aspettativa di vita e da un altrettanto forte calo del tasso di natalità, con il risultato che la popolazione invecchia molto più rapidamente che nel resto d'Europa”, ha aggiunto.
A settembre l’Estat aveva previsto che l’Italia avrebbe perso quasi un quinto della sua popolazione. Si prevede che la popolazione scenderà a 54,2 milioni di persone nel 2050 e raggiungerà i 47,7 milioni di persone nel 2070.
La contrazione e l’invecchiamento della popolazione rappresentano una delle principali preoccupazioni per l’economia italiana perché portano a una bassa produttività, alla mancanza di innovazione e a costi elevati per il welfare, come le pensioni.
Il nuovo governo del primo ministro di estrema destra Giorgia Meloni vuole invertire questa tendenza. Nel suo bilancio 2023, ha proposto di ridurre le tasse sulle vendite dei prodotti per bambini e di aumentare le prestazioni sociali per i bambini e i neo-genitori, con l’obiettivo di aumentare il tasso di natalità.