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L’arte incontra l’arte in una mostra fotografica che immortala e reinterpreta la scultura neoclassica. Due grandi epoche e artisti che insieme cristallizzano la capacità dell’arte di essere eternamente sentimentale.
Il Museo Nazionale d’Arte Antica e l’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona presentano la nuova mostra temporanea: «Judis-Canova. Galleria fotografica di Memo Judis». La mostra, patrocinata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, si terrà nella Galleria temporanea del Museo dal 7 settembre al 29 ottobre 2023.
«Judis-Canova. Galleria fotografica di Memo Judis» mette in dialogo artisti italiani di epoche diverse: uno dei più grandi scultori del neoclassicismo europeo e uno dei maggiori interpreti della pittura contemporanea italiana e internazionale; Un’unione che unisce ideale e reale, corpo e anima, materia e immagine.
Con 51 fotografie in bianco e nero, scattate all’inizio degli anni Novanta, Domenico “Memo” Giudice (n. 1934) ripercorre le fasi principali della produzione dello scultore Antonio Canova (1757-1822), in un dialogo tra i linguaggi artistici del suo paese. Grande impatto visivo.
Mimmo Jodice illustra le 17 sculture di Canova utilizzando 51 fotografie, quattro o cinque delle quali dedicate a ciascuna opera. Sceglie scorci e punti di vista, mantenendo una scala 1:1 tra il dettaglio scultoreo a fuoco e la dimensione della stampa fotografica. Cerca una connessione profonda con Canova, con la sua visione, con il suo processo creativo, e avvicinandosi alle sculture, ravviva il corpo naturale, esalta la morbidezza del corpo, lo riporta in vita.
Nelle sue opere, Antonio Canova cerca di raggiungere l’idea di “bellezza” assoluta, concepita secondo i principi neoclassici della forma pura, priva di ogni tipo di sentimentalismo, tormento ed eccesso. Attraverso le sue fotografie, Godes non solo riesce a riproporre questa tensione statica e la bellezza e leggerezza delle figure, ma enfatizza questi elementi enfatizzandone alcuni lineamenti e ingrandendo i volti, dando nuova vita all’opera. Il che lo rende molto contemporaneo. Nella scelta dei dettagli, la Dea non cerca la bellezza, ma la forza.
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