Colagno era una figura centrale nel panorama industriale italiano, essendosi ripreso da una serie di aziende fallite e lasciando un’eredità aziendale.
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È morto Roberto Colannino, amministratore delegato di Piaggio, produttore delle iconiche Vespa italiane (Immagine: ANSA)
Scritto da Crispan Palmer
ROMA (Reuters) – Roberto Colagno, presidente e amministratore delegato del produttore di scooter Piaggio e uno dei più noti imprenditori italiani, è morto sabato, secondo la sua società di investimento IMMSI.
Ha compiuto 80 anni la scorsa settimana. La causa della morte non è stata resa nota.
Colano era una figura centrale nel panorama industriale italiano, essendosi ripreso da una serie di aziende fallite e lasciando anche un’eredità aziendale.
È meglio conosciuto per la sua acquisizione da 58 miliardi di dollari di Telecom Italia nel 1999, la più grande acquisizione ostile al mondo all’epoca.
Molti investitori lo hanno applaudito per la sua gestione dell’affare, ma gli alleati sono rimasti delusi dai suoi piani per tagliare la montagna di debiti che aveva creato e lo hanno costretto a vendere il controllo del gruppo al produttore di pneumatici Pirelli dopo soli due anni.
Mentre Telecom Italia faticava a riprendersi da un debito che ne aveva prosciugato le finanze per anni, Colaninno ha lasciato l’attività con una fortuna tutta sua, che gli ha permesso di acquistare IMMSI, una società immobiliare di telecomunicazioni che ha trasformato in una società di investimento.
Nel 2003, dopo che i suoi tentativi di acquisire la casa automobilistica Fiat furono respinti, rivolse la sua attenzione a Piaggio, produttore dello scooter Vespa, che era caduto in disgrazia.
Lo ha tirato giù da una scogliera espandendo rapidamente le sue attività in Asia, in particolare in India, Cina e Vietnam. A luglio, il gruppo ha registrato risultati record nel primo semestre.
Con Piaggio di nuovo in attivo, Colagno ha cercato di far rivivere un’altra icona italiana in difficoltà, la compagnia aerea nazionale Alitalia, che ha investito molto nella compagnia nel 2008 e ne è diventata presidente.
Tuttavia, come molti prima di lui, non è riuscito a cambiare la direzione dell’azienda, che alla fine ha cessato l’attività. È stato processato l’anno scorso, insieme ad altri 13 imputati, con l’accusa di bancarotta fraudolenta di una compagnia aerea. Ha negato ogni addebito.
Il caso non è ancora arrivato in tribunale.
Colaninno ha iniziato la sua carriera presso il produttore di componenti per auto Fiamm, per poi entrare a far parte di uno dei giganti del business italiano, Carlo De Benedetti. Insieme hanno fondato una società di finanziamento, Sogefi, che ha acquistato Fiamm dal suo proprietario britannico e l’ha trasformata in uno dei fornitori di ricambi auto di maggior successo in Europa.
Successivamente, De Benedetti ha chiesto a Colaninno di prendere in carico la sua azienda Olivetti in difficoltà. Colano rinunciò all’unità informatica in perdita dell’azienda e si concentrò sul business della telefonia, che in seguito utilizzò come veicolo per lanciare un’offerta per Telecom Italia.
Gli sopravvivono due figli, Mateo e Michel, e sua moglie, Aurita.