DoveEconomia italiana Un anno dopo Governo Meloni? “È sempre meglio galleggiare che affondare”, dice il politologo con ironico realismo Roberto Dalimonte. C’è del vero nelle sue parole, ma se non governi e ti limiti a galleggiare, non andrai lontano. E davvero altrettanto prestigioso”Le mani dell’economia“Di Fabrizio Galimberti e Luca Paolazzi hanno più volte riportato sul sito FIRStonline, che la crescita italiana diminuisce e l’inflazione scende, ma non basta e il nostro compito è Debito pubblico La faccenda si complica, ricordandoci che non sono solo le agenzie di rating, ma soprattutto i mercati finanziari, a guardarci da vicino.
In Italia non c’è recessione, ma l’inflazione non scende abbastanza e il debito pubblico è imminente
Il Primo Ministro potrebbe dire che ormai i gufi sono stati sconfitti e che l’Europa ne ha paura recessione Ha raggiunto Germania, Svezia, Austria, Polonia e Ungheria, ma non l’Italia, e si può anche dire che l’occupazione è salita a livelli record e il tasso di disoccupazione (7,3%) è sceso ai livelli più bassi degli ultimi 14 anni. Tutto questo è vero, ma la crescita del Pil nel 2023 (+0,7%), se non torna ai livelli dei prefissi telefonici, non è nemmeno lontanamente correlata al Pil dei due anni d’oro del governo Draghi, realizzato tra il 2021 e il 2022. . Una crescita impressionante del 12% ci riporta agli anni del miracolo economico italiano degli anni ’50 e ’60 Dalimonte potrebbe dire che una crescita dello 0,7% è migliore di una crescita zero, ma non ci dà alcuna crescita. Illusioni che un cambio di passo possa prospettarsi l’anno prossimo e, in parte, nel 2025. È chiaro che la debolezza della crescita italiana rientra nel rallentamento generale e non dipende esclusivamente dalla politica economica del governo che, nel manovra di bilancio, non ha fatto nulla di folle e che – senza i due conflitti – deve affrontare i due problemi che affliggono il mondo intero (dall’elevata inflazione all’inasprimento della politica monetaria e agli alti tassi di interesse, senza dimenticare la debolezza del sistema industriale internazionale ciclo) nonché criticità interne. La fragilità dei consumi interni, sotto la pressione di un’inflazione superiore alla media europea (6,1% contro 5,5%), e il rallentamento degli investimenti (-1,7% nel secondo trimestre 2023) che non riescono a sfruttare il singolare contesto precedente situazione di opportunità. PNRRIl blocco della produzione industriale, scesa per il quarto trimestre consecutivo e resta al di sotto dei livelli pre-Covid, fa riflettere e spiegare meglio di molti i motivi per cui la fiducia nell’Italia e nell’Italia è in calo da tempo. “Cosa si aspetta il governo – aveva chiesto con ansia la settimana scorsa alla potente associazione industriale vicentina – per varare il piano Industria 5.0?” Ma aggiungiamo noi: per cosa si aspetta che firmi la Meloni? Mese?
Ma c’è soprattutto un aspetto dell’attuale stato dell’economia che il governo non sembra cogliere appieno, almeno da quanto emerge dalla manovra di bilancio. La realtà è che il rallentamento dell’economia e l’insufficiente calo dell’inflazione, se combinati con tassi di interesse elevati, rendono la gestione del debito pubblico italiano più difficile e più costosa. Se entro tre anni il rapporto debito/PIL non riuscirà a salire dall’attuale 142,3% al 139,6% nel 2025, non sorprende che la fiducia dei mercati nell’Italia non sia entusiastica, che i rendimenti dei BTP salgano e che gli spread e gli spread si allarga, che i rendimenti sui credit default swap sono in aumento e che l’Italia è ormai considerata più rischiosa della Grecia.
La Meloni è preoccupata per Salvini, ma forse dovrebbe preoccuparsi per gli oltre 3mila miliardi di dollari di debito
La Meloni pensa ogni giorno a come respingere il blocco di destra di Matteo Salvini, amico populista di Marine Le Pen, ma soprattutto non dovrebbe essere un debito pubblico da 3 miliardi di dollari e interessi passivi da 100 miliardi di dollari all’anno. Hai perso il sonno? Figure parlamentari alla mano, d’Alimonte ricorda che in questa legislatura non esiste alcuna alternativa possibile al governo Meloni, salvo episodi di incresciosa autonomia differenziata e di prevenzione dei disagi causati dalle elezioni europee, cosa indiscutibile nell’immagine consolidata di il governo Meloni. La situazione politica italiana, ma cosa accadrebbe se AAgenzia di valutazione Il rating dell’Italia è stato declassato e importanti fondi e banche internazionali hanno deciso di non acquistare più i nostri bond PTB? Per fortuna al momento non ci sono segnali di un disastro imminente, tranne quando arriva il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, uomo saggio, avverte che nel 2024 lo spread BTP-Bund potrebbe salire dagli attuali 200 punti base a 300. C’è da preoccuparsi oppure no? Le crisi finanziarie, si sa, non vengono pubblicizzate e preghiamo ogni giorno che stiano lontane dall’Italia, ma basta un battito d’ali per trasformarle in fulmini che sbucano dal nulla.