Sia i vivi che i morti sono stati “rapiti” dalle stesse persone, descrive il freddo linguaggio burocratico. Due militanti libici sono stati in guerra tra loro e sono coinvolti nel contrabbando di esseri umani e di petrolio, con la complicità degli agenti della guardia costiera libica. Questo per impedire ai migranti di lasciare il Paese in base ad accordi con l’Unione Europea. Si addestrò dall’Italia e usò mezzi navali e armi fornite da Roma.
Ma non è tutto. Gli uffici di quattro avvocati italiani (Napoli, Cadenzaro, Reggio Calabria e la Direzione nazionale antimafia di Roma) sono stati recentemente trovati compatibili con i militanti libici da tre mafie italiane e altre città azionarie e agenti di borsa e istituzioni finanziarie. Paesi per portare il petrolio libico in Europa Una volta raffinato, la mafia lo vende alle proprie stazioni di servizio, che si dice siano “indipendenti”, in pieno giorno. Ce ne sono centinaia nella penisola italiana. Uno degli utenti intrappolati in un’intercettazione dice: “Guadagni più della droga.
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