Ma come dice Ditocorto, il personaggio più intelligente di Game of Thrones, “il caos è una scala”. E nel caos più totale che distrusse San Paolo, tra il Miraso e il Benapolines, nell’isolamento e nelle percosse tra i leader, il titolo di idolo rimase vacante – in attesa che qualcuno salisse i gradini di questa scala destinata a un bel posto nei cuori di San Paolo. Gente Paolo. Alcuni candidati si sono presentati, ma forse nessuno di loro possedeva i requisiti obbligatori per questo titolo.
Il giocatore ha bisogno di un insieme senza compromessi di virtù e difetti, gli ingredienti su misura per diventare un idolo. O meglio ancora: feticcio New Age. E Luciano ce l’ha. Luciano ha più di 200 presenze con il club, Luciano ha più di 70 gol con il San Paolo e Luciano decide le grandi partite. Luciano provoca i concorrenti, Luciano sbeffeggia gli avversari, Luciano molesta gli arbitri. Luciano assilla i commentatori, Luciano lascia accenni nelle interviste e Luciano prende carte stupide. Luciano gioca per i tifosi, ma gioca anche per i tifosi. Luciano dà lo zelek, Luciano vola e Luciano va in carrozza. Luciano ha giocato per il rivale, ha entusiasmato il rivale, ha viaggiato per il Brasile e ha scelto San Paolo come luogo di residenza. Luciano era il numero 11 che ci aspettavamo, Luciano è il numero 10 che si merita.
E’ un personaggio complesso. Affascinante. Con difetti e limiti evidenti, ma non li nasconde né si vergogna di mostrarli. Luciano è fantastico? non. Luciano merita un posto in Nazionale? Guarda… scusa, ho lasciato che i club parlassero di me. Non ne vale la pena, no. Ma contro questi attaccanti nemici della porta e portatori di cartellino giallo, sarebbe bello avere qualcuno che non venga fischiato nella giungla del calcio brasiliano. E quello che manca al Brasile nella Nazionale brasiliana non è scritto nel fumetto.
A proposito di fumetti… Luciano è un antieroe, elemento molto raro nel calcio di oggi. È difficile che Luciano piaccia, anche agli abitanti di San Paolo, sia alle vecchie che alle nuove generazioni. Conosco grandi tifosi del San Paolo che non lo sopportano e in questo senso sono al pari dei tifosi del Palmeiras e del Corinthians, che pure lo odiano, e basterebbe questo perché ogni tricolore lo rendesse il loro giocatore preferito. In un calcio così volgare, con tanto coaching mediatico, tante imbiancature, tanto ‘andiamo a cercare i tre punti’, tanto ‘il VAR controllerà le linee’, tanto ballare su TikTok, e una dose di personalità. Ha bisogno di essere celebrato.
Soprattutto in un club indifferente come lo è stato il San Paolo negli ultimi dieci anni, che ha considerato il quinto posto nel campionato brasiliano e il raggiungimento dei quarti di finale della Coppa del Brasile come una missione compiuta. Luciano ci ricorda costantemente in campo che l’anticonformismo è il carburante per ogni squadra che vuole vincere. In questo titolo storico, ha partecipato o segnato gol contro Sport, Palmeiras e Corinthians. In finale ha accettato di essere un sostituto e quando è entrato ha aiutato la squadra a difendere un trofeo senza precedenti.
Ci sono altri idoli a San Paolo, ma nessuno di loro, secondo me, ha il pacchetto completo.