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I resoconti di coloro che erano in Marocco quando il terremoto ha colpito Marrakesh e le aree circostanti lo scorso venerdì (8) hanno affermato che luci misteriose brillavano nel cielo, il che sembra non essere correlato, ma ha precedenti nei documenti storici.
Il terremoto, di magnitudo 6,8 della scala Richter, ha colpito le montagne dell’Atlante nella parte orientale del Paese, uccidendo circa 2.900 persone e ferendone altre 5.500. Sui social media, l’entusiasmo che circondava i video dell’incidente era in gran parte dovuto ai drammatici fasci di luce che attraversavano il cielo prima che si verificasse il terremoto. quali sono?
Le luci dei terremoti nella storia
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È interessante notare che il Marocco non è un pioniere nel campo delle luci sismiche, poiché sono state segnalate innumerevoli volte, per centinaia di anni, da lampi della durata di secondi a palle di fuoco della durata di minuti o addirittura ore. Sono state segnalate anche luci basse e luci alte nel cielo, in molti colori diversi.
Un problema nel rilevare il fenomeno è che non c’è modo di prevedere quando si verificherà un terremoto, rendendo molto difficile registrare specificamente l’evento per lo studio. Bisogna fare affidamento sui resoconti dei testimoni, sui quali non sempre si può fare affidamento. Per molto tempo, senza poter dimostrare che tali luci non fossero altro che un’allucinazione di massa o una sorta di pregiudizio, gli scienziati non hanno preso sul serio queste storie.
La situazione è cambiata solo negli ultimi decenni, con l’avvento delle telecamere di sicurezza e dei telefoni cellulari con fotocamere facilmente accessibili, che consentono di produrre video prima, durante e dopo i terremoti. Il primo innegabile record arrivò sotto forma di una serie di foto illuminanti scattate durante il terremoto del 1965 nella città giapponese di Nagano.
Da allora, il fenomeno è stato catturato innumerevoli volte, con luci sismiche viste, fotografate o filmate almeno nelle seguenti occasioni:
- Nel 1988, una palla di luce rosa apparve in movimento nel cielo, seguendo il fiume Lawrence nel Quebec, in Canada, 11 giorni prima di un terremoto;
- Nel 2008, nel Sichuan, in Cina, luci colorate fluttuavano nel cielo prima dei terremoti;
- Nel 2009, nella città dell’Aquila, Italia, con una fiamma luminosa lunga circa 10 cm;
- Nel 2021, luci blu lampeggiano nel cielo prima del terremoto che colpisce Città del Messico e Acapulco;
- Nel 2022, flash negli istanti precedenti il terremoto che colpì il Giappone orientale, a Fukushima.
Secondo la comunità dei geofisici, la risposta a questo fenomeno è ancora sfuggente alla scienza, poiché semplicemente non sappiamo cosa siano queste luci. Una risposta promettente è emersa nel 2014, in uno studio di Robert Theriault. Lo scienziato e il suo team hanno catalogato 65 rapporti e dati sul fenomeno a partire dal XVII secolo e hanno elaborato una teoria secondo cui l’evento potrebbe essere una forma elaborata di elettricità statica.
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Attrito e ionizzazione delle rocce
I calcoli del team scientifico hanno indicato che, sebbene circa il 95% dell’attività sismica si verifichi sulla cresta che divide due o più placche tettoniche, l’85% delle luci segnalate si verifica prima dei tremori nelle placche in cui esistono fratture continentali. Questi terremoti rappresentano solo il 5% di tutti i terremoti, e la maggior parte del 15% si verifica quando due placche passano una accanto all’altra, invece che una viene spinta sotto l’altra.
Ciò ha portato alla creazione di un modello che mostra che il processo inizia nelle profondità della crosta terrestre, dove le rocce sono esposte a maggiori livelli di stress. In alcuni di essi, questa pressione può rilasciare atomi di ossigeno caricati negativamente e, di conseguenza, gli ioni vengono rilasciati e possono fluire attraverso le fessure della roccia, verso la superficie.
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Quando molti di loro si incontrano, finiscono per ionizzare sacche d’aria, formando un plasma che emette luce. Poiché gli ioni fanno più affidamento sulla pressione generata nelle rocce per creare luce, il modello potrebbe spiegare perché le luci compaiono prima dei terremoti. Si spera che questo possa aiutare a indicare quando i terremoti sono imminenti.
Disaccordi
Il problema è che alcuni scienziati non sono d’accordo, affermando che l’attrito delle rocce non è un caso in cui la scienza ha osservato una significativa separazione di carica, il che invaliderebbe la teoria. Inoltre, le segnalazioni individuali di fulmini vicini al momento e al centro dell’attività sismica non sono considerate prove valide di luci sismiche da tutti i geofisici.
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Ci sono spiegazioni più semplici, come quella secondo cui i tremori primari scuotono la rete elettrica, creando archi di elettricità che generano luci visibili. Tuttavia, per ora, dovremo convivere con un altro mistero scientifico inspiegabile, poiché dovremo fare più imaging, rapporti e studi, altrimenti i geofisici dovranno essere tutti d’accordo tra loro.
fonte: Giornale giapponese di fisica applicata, Lettere di ricerca sismica, National Geographic, Rivista Smithsonian