Il film italiano “L’Ordine del Tempo”, diretto da Liliana Cavani, viene proiettato nella capitale dello stato di Minas Gerais, in una delle sale del Cineart Ponteio
Patricia Cassese | Assistente editore
Un grande meteorite, chiamato Anaconda, si sta muovendo nello spazio a una velocità superiore al normale. Dettagli: Non c’è spazio per interferenze nel suo modo. Peggio ancora: esiste una possibilità molto reale di colpire la Terra e, con un tale impatto, la stragrande maggioranza della vita verrebbe immediatamente spazzata via. Incluso ciò che è per gli esseri umani. La notizia è stata un po’ camuffata dai media e dagli istituti di astronomia. E per un motivo molto semplice: non avendo niente da fare, è meglio non allarmare la popolazione. Ma poco a poco il blocco della pubblicità della tragedia imminente ha cominciato a sfuggire di mano. Ebbene, chi va al cinema a guardare L’ordine del tempo alla cieca, senza aver letto nulla dell’opera, non si renderà certamente conto di questo ragionamento finché non sarà trascorso un certo tempo dall’inizio del film.
Ma non c’è spazio per commentare il film Liliana Cavani (oggi 91enne) senza affrontare questo argomento, che costituisce l’ossatura della trama. Questo, infatti, è presente nella sinossi del film proiettato in Bosnia Erzegovina, che molti di coloro che si recheranno in sala di proiezione consulteranno sicuramente. Ebbene, la verità è che la notizia della fine dei tempi cade nelle mani di un gruppo di amici sulla cinquantina. La gente si riunisce in una casa in riva al mare per festeggiare il compleanno di Elsa (Claudia Gerini). Avvocato, è la moglie di Pietro, interpretato da Vittorio Gassman – sì, figlio dell’indimenticabile Vittorio Gassman.
Anaconda
Oltre alle coppie e ai “single” che compongono il cerchio, sulla spiaggia ci sono anche altre due persone. Sono la domestica Isabel (Mariana Tamayo) e Anna (Aleida Baldari Calabria), la figlia di Pietro ed Elsa, nonché un cane. La dipendente è stata la prima a esprimere il suo timore per la minaccia della fine della vita sul pianeta. In questo caso, ha sentito le voci della collisione su una stazione radio nel suo nativo Perù. In effetti, un fatto interessante che evidenzia un pregiudizio di lunga data contro i cosiddetti paesi del Terzo Mondo. Quando dice di voler tornare a casa, per stare con suo figlio in fin di vita, alcuni membri del gruppo rifiutano. Del resto, che senso ha credere a quella che potrebbe essere una voce diffusa da una “radio peruviana”?
Si scopre che uno dei membri del gruppo – Enrico (Eduardo Leo) – è un fisico molto consapevole dei rischi che fino ad allora li aveva nascosti ai suoi amici. Dal momento in cui tutti scoprono che non c’è niente da fare, solo aspettare – e sperare alla minima possibilità che l’asteroide continui il suo cammino senza scontrarsi con la crosta terrestre facendo esplodere tutto -, la celebrazione dell’anniversario viene progressivamente rinviata. In altre parole, dando spazio ad una sorta di autoanalisi (ogni personaggio ripercorre la propria vita), oltre che alle carte in tavola. “La pietra che abbiamo in testa ci fa parlare”, dice Greta (Valentina Cervi).
Carte in tavola
Così, a coppie o a tre, ciascuno rivela fatti o evidenzia episodi del passato che in un certo senso sono stati sorvolati o non ben articolati. Questo elenco include, ad esempio, il tradimento. Oppure rimpiangere di non aver intrapreso uno stile di vita diverso da quello dettato dal destino, anche attraverso scelte non soggette ai desideri interiori. Soprattutto rancori.
In tutta l’apocalittica attesa della meteora, i personaggi non solo ripercorrono il passato, ma vagano anche nel tempo. Tempo che è passato (tempus fugit), tempo che fugge, tempo che vola, tempo che si perde, tempo che può essere interrotto all’improvviso, in modo al di fuori del nostro controllo. In realtà, l’esistenza stessa del tempo, o il modo in cui l’umanità ha trovato per misurarlo. Questa è la realtà della finitezza al di là di ogni controllo.
Riflessi
Sono riflessioni che, nel caso del film, il regista riesce a tradurre nelle voci di personaggi di mezza età. Dopotutto, questa è la fascia d’età in cui tali fluttuazioni sono praticamente inevitabili. Arriviamo così al punto in cui non è più possibile andare avanti senza rivelare la direzione della storia. Va però notato che Cavani ha realizzato – basandosi sull’omonimo libro di Carlo Rovelli, fisico teorico e specialista in gravità quantistica – un film rotondo. Un titolo che costringerà sicuramente anche lo spettatore a riflettere sulle scelte di vita, anche di chi non ha ancora raggiunto la cosiddetta mezza età. E diciamocelo, analizzare le scelte e rivedere i percorsi non fa mai male in nessuna fase della vita. Soprattutto quando c’è tempo e opportunità di cambiamento.
servizio
– “Il Sistema del Tempo” (Lordine del Tempo, Italia) – Liliana Cavani – 1 ora e 53 minuti. Film di Pandora
Dove. Centro Commerciale Pontiu Lar (Uscita Rodovia, Calle 356, 2500 – Santa Lucia)
Verrà proiettato giovedì 13 giugno 2024 almeno fino a mercoledì 19 prossimo, quando verrà modificata la programmazione dei cinema brasiliani.
La sessione è alle 21:05
Dai un’occhiata al trailer qui sotto