UN Italia È già postcristiano. Secondo un nuovo studio commissionato dalla rivista “il timone“, la maggioranza della popolazione italiana – ben il 37% – si dichiara non “credente”.
Rapporto da Roberto VivaltelliPubblicato da Giornale19-07-2023.
Bilancia Il Vaticano E vero Italia Considerata la culla del mondo cristianesimo. UN Italia È già postcristiano. I dati parlano chiaro: il giornalismo, secondo una nuova indagine il timone realizzato in collaborazione con Ricerca Euromedia Si Mamma Alessandra GhisleriPiù di un terzo della popolazione italiana – esattamente il 37% – si dichiara”InfedeleI “credenti” e gli autoproclamati cattolici e fedeli nella popolazione costituiscono solo il 13,8% della popolazione totale.
Secondo lo studio, essi costituiscono una piccola minoranza, pochi giovani e vecchi credenti. Tra coloro che si dichiarano “fedeli” e dicono di andare a messa almeno una volta al mese, solo il 33% dei fedeli si confessa almeno una volta all’anno, mentre il 32% non conosce il significato dell’Eucaristia. Molto grave, perché stiamo parlando della santità dell’establishment Fondatore del Cristianesimo Già Passato cena.
Pochi credenti conoscono l'”Ultima Cena”.
Altri dati nello studio pubblicato dal Journal il timone Sono altrettanto cupi per il futuro della Chiesa. Meno di 6 praticanti su 10 sanno cos’è la confessione, mentre il 66% dei praticanti manca o ignora la definizione di “resurrezione della carne”; E non finisce qui, perché il 20% pensa che il peccato sia “un semplice torto fatto agli altri”. Inoltre, su questioni etiche che vanno dall’aborto al matrimonio tra persone dello stesso sesso, i praticanti hanno una visione praticamente “laica”, mentre tra i credenti appare sempre una chiara opposizione alla legalizzazione della maternità surrogata e della droga.
UN Preghiera Rimane una pratica molto comune: un credente su cinque dice di pregare tutti i giorni – e il 96% lo fa occasionalmente – mentre 7 su 10 che vanno a messa credono nel diavolo.
Numeri simili a quelli registrati dalla ricerca sociologica pubblicata nel 2021 Conferenza Episcopale Italiana Dopo 25 anni di “Religiosità in Italia” del 1995, in questo caso la partecipazione alla Messa settimanale ha confermato un calo dal 31,1% al 22%: la religione continua a perdere, quindi, l’elemento della partecipazione alla Messa domenicale (-9% dal 1995 al 2020, e, più complesso nella meditazione. Quella ricerca, la preghiera continua a mantenere un aspetto rilevante.
Sfide per il futuro
Come superare questo L’Italia post-cristiana? alla stampa il timone Ha intervistato molte personalità di spicco Kiko Arguello (Principiante sentiero neocatecumenaleA David Prospery (dal Cancelliere Fratellanza Unità e liberazione), Passare attraverso Dom Giulio Maspero (Preliminare Opus Di) come ha scritto lo storico britannico Cristoforo Dawson In tempi incerti, sul processo di secolarizzazione – era il 1956 – “Compito dell’educazione cristiana è ristabilire le connessioni perdute e ristabilire la connessione tra religione e società moderna, tra il mondo della realtà spirituale e il mondo dell’esperienza sociale. Questo non è ciò che comunemente si intende per educazione come confinata negli angusti confini delle scuole e degli esami. Ma l’educazione non può fare molto se non c’è dietro una cultura, e la cultura cattolica è fondamentalmente umanistica, perché non c’è essere umano che non entri nella sua sfera e non le appartenga in qualche modo.”.
Di recente, il Papa Francesco Il secolarismo “ha cambiato da tempo il modo di vivere delle donne e degli uomini di oggi, lasciando Dio quasi all’ultimo posto”, ha ricordato, “la sua Parola non è più vista come bussola della vita, delle scelte di fondo, delle relazioni umane e sociali”. Allora, la Chiesa può riguadagnare il suo ruolo o è tutto perduto?
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“L’Italia Post-Cristiana”, Shocking Study of Religion – Instituto Humanitas Unicinos – IHU