L’Italia incassa 2,8 miliardi di tasse sugli utili societari in eccesso
Il governo italiano ha guadagnato 2,8 miliardi di euro attraverso una tassa sugli utili in eccesso delle società energetiche, implementata all’indomani della pandemia di COVID-19 e reintrodotta nel 2022.
Lo Stato italiano ha guadagnato circa 2,8 miliardi di euro con la tassa sugli utili eccessivi delle società energetiche, la cosiddetta “tassa sugli utili inaspettati”, rivelata lunedì scorso a Reuters, citando fonti vicine alla vicenda.
A dicembre, il Tesoro del Paese ha stimato che i guadagni derivanti da questa tassa sarebbero stati di circa 2,6 miliardi di euro, con una cifra finale superiore alle attese.
Questa tassa sugli utili eccedenti è pari al 50% degli utili societari per tutto il 2022, ed è superiore di almeno il 10% rispetto ai valori registrati tra il 2018 e il 2021. Il valore non può però superare il 25% del patrimonio netto della società. azienda.
In base alle nuove regole previste dalla Finanziaria dello Stato per il 2023, sono tenuti a versare il contributo circa 7.000 produttori e venditori di energia elettrica, gas e petrolio.
Quest’anno la “tassa sulle plusvalenze straordinarie” ha sostituito una tassa introdotta nel 2022 che è riuscita a raccogliere circa lo stesso importo, ma ha suscitato pesanti critiche e il pagamento è stato rifiutato da molte aziende. Il ministro dell’Energia italiano Gilberto Becchetto Frattin ha dichiarato la scorsa settimana di essere fiducioso che il governo possa evitare tali tasse in futuro, poiché l’aumento dei prezzi dell’energia in graduale aumento si è invertito.
Il governo italiano ha anche promesso di abolire questa tassa, adottata per la prima volta nel 2020, sulla scia della pandemia di COVID-19.
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