Come vi ho promesso, vi presenterò il primo giornale italiano pubblicato ufficialmente in Brasile, precisamente a Rio de Janeiro.
La grande ondata migratoria, secondo i dati statistici, iniziò intorno al 1874, e molti sbarcarono nel porto di Santos e Rio de Janeiro, il principale porto di sbarco. Coloro che avevano una situazione economica migliore o che dimostravano di avere una vocazione specifica si stabilirono con una certa facilità, mentre gli immigrati che si trovavano in condizioni inferiori erano costretti ad occupare strutture precarie dette “testa di maiale”. Molti di questi immigrati competevano con gli schiavi, gareggiavano per servizi pesanti e spesso venivano sfruttati in modo disumano. Altri modesti prestatori di servizi hanno potuto operare come venditori ambulanti nell’interno della provincia.
Concentrandosi sulla professione del giornalista, sottolineo l’impegno dei giornalisti italiani, che dopo molte lotte sono riusciti a legalizzare la professione e hanno creato un sindacato per rendere quella del fattorino, e poi dello strillone, una professione regolamentata.
Gli immigrati italiani furono i pionieri nel consegnare i giornali a casa loro e nel venderli nelle zone affollate. Hanno dominato completamente questo mercato commerciale installando chioschi, cosa che all’inizio era molto rischiosa, tuttavia, con la crescita dei prodotti in questo settore, hanno adattato le strutture, migliorando la qualità dei materiali e le condizioni di conservazione dei loro prodotti, proteggendoli dai rischi. Il tempo, la natura e poco a poco questi lavoratori si guadagnarono il rispetto dei grandi editori che volevano mettere in mostra i loro prodotti, ma con una certa differenza di trattamento da parte della società e degli editori.
I monaci francescani Anselmo da Castelvetrano e Giovanni Francisco da Gubbio furono i pionieri del lancio del giornale cattolico La Croce del Sud, un’edizione bilingue, nel 1765, quando la corte portoghese vietò l’esistenza di qualsiasi pubblicazione nella colonia.
Ufficialmente il primo giornale italiano pubblicato in Brasile, precisamente a Rio de Janeiro, fu L’Iride Italiana, nel 1854, diretto dal professor Galeano Ravara. Da quella data in poi iniziarono a circolare molti altri libri, tra cui: Il Monitore Italiano, J.Ballerini – 1860; La Gazzetta Italiana del Brasile, Carlo F. Vivaldi – 1875; La Voce Del Popolo – 1889, di Giovanni Loglio, che pochi anni dopo prese il titolo La Voce dell’Italia, circolò per 26 anni, e fu dichiarato in un convegno di San Paolo, nel 1894, l’orgoglio della colonia italiana. In Brasile per difendere i diritti dei lavoratori. Pertanto, attraverso i documenti storici, ci sono molte altre pubblicazioni correlate che hanno aiutato e influenzato la crescita e lo sviluppo sociale, economico e culturale di Rio de Janeiro.
Secondo Pacheco Junior, autore del libro Grammatica storica della lingua portoghese, delle 50.000 parole nel dizionario di Moraes [2]Esiste una percentuale approssimativa di parole di origine straniera nella lingua portoghese, in particolare nella lingua italiana nella maggior parte delle altre lingue:
Italiano
300
spagnolo
130
francese
200
Tedesco
50
Di altri originali (compresi 300 topi)
400
Sottolineo che fino ad oggi le tradizioni italiane sono preservate attraverso le culture regionali in diversi stati del Brasile, evidenziando il sud del paese con noti festival di fama internazionale che incoraggiano l’agroalimentare, il turismo e l’intrattenimento, dove sottolineo la Festa da Uva, Vinho da Polenta e Miss Italia nel Mondo, oltre a diversi festival musicali italiani. Come è chiaro, la cultura italiana è ancora viva e attiva, generando una nuova visione e un obiettivo di scambio tra le nuove generazioni che valorizzano la tradizione, ma rinnovata con tecnologie avanzate e audaci rivolte alle popolazioni desiderose di rafforzare ulteriori partenariati con il Paese. Dalle sue origini ancestrali.
La famosa frase degli immigrati italiani – Facciamo l’America, lanciata quasi come un mantra nella memoria dei loro discendenti, significa per loro che il Brasile è il grande magazzino di opportunità per il mondo, perché gli immigrati che tanto hanno contribuito alla storia del nostro Paese hanno affidato ai loro discendenti che il Brasile è una grande nazione e i suoi occhi sono puntati sulla Nuova America.