6 dicembre
2023
– 20:56
(Aggiornato alle 21:25)
Un’iniziativa chiamata “Nuova Via della Seta” è vista come un tentativo cinese di espandere la propria influenza in tutto il mondo. I critici denunciano le perdite subite dai paesi poveri e le interferenze nella politica interna. L’Italia ha deciso di ritirarsi dall’iniziativa cinese per gli investimenti infrastrutturali globali nota come Nuova Via della Seta (Belt and Road Initiative). La decisione arriva quattro anni dopo la firma dell’accordo tra Roma e Pechino.
Secondo quanto riportato mercoledì (12/06) da diversi media italiani, la decisione sarebbe stata comunicata a Pechino tre giorni fa in segreto, senza che vi fosse un annuncio ufficiale. Secondo l’Agence France-Presse, l’obiettivo di tutta questa discrezionalità è “mantenere aperti i canali del dialogo politico”.
Molti vedono l’iniziativa cinese come un tentativo di Pechino di acquisire influenza politica nei paesi che vi aderiscono. Ma per la Roma i benefici economici dell’accordo sono stati inferiori alle attese.
L’accordo con Pechino è stato firmato nel 2019 dall’allora primo ministro Giuseppe Conte. La mancanza di trasparenza nei termini dell’accordo ha portato ad una mancanza di fiducia tra i partner europei. La partecipazione italiana si rinnoverà automaticamente nel marzo 2024, a meno che il Paese non comunichi la propria decisione di ritirarsi dall’iniziativa prima della fine di quest’anno.
Il governo del primo ministro di estrema destra Giorgia Meloni, che si è opposto all’accordo, temeva che i cinesi avrebbero visto il ritiro come una provocazione e che ciò avrebbe potuto portare a ritorsioni contro le aziende italiane.
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha detto mercoledì che l’Italia cerca di “rilanciare il partenariato strategico” con la Cina, senza confermare l’uscita dall’accordo.
La notizia ha fatto notizia sulla stampa italiana poco prima dell’inizio di un incontro ad alto livello tra Cina e Unione Europea, il primo dal 2019, in cui si discuterà di questioni commerciali.
– Espansione dell’influenza globale della Cina
La Cina sostiene che più di 150 paesi – dall’Uruguay allo Sri Lanka – hanno già aderito all’iniziativa, che rappresenta una priorità per il governo del presidente Xi Jinping per espandere l’influenza cinese in altre parti del mondo.
Pechino afferma di aver assegnato contratti per un valore di oltre 2mila miliardi di dollari in tutto il mondo, dalla ferrovia ad alta velocità nel sud-est asiatico a progetti energetici, di trasporto e infrastrutturali su larga scala in tutta l’Asia centrale.
I sostenitori della Nuova Via della Seta lodano il fatto che l’iniziativa porti risorse e crescita economica al Sud del mondo, mentre i suoi critici criticano il fatto che l’accordo lasci i paesi più poveri impantanati in enormi debiti.
Molti, soprattutto in Occidente, sono preoccupati per un presunto tentativo cinese di ristrutturare l’ordine globale a modo suo per ottenere vantaggi geopolitici. Voci di opposizione nei paesi partecipanti all’iniziativa condannano le manovre della Cina volte a esercitare una maggiore influenza sulla politica interna.
Gli Stati Uniti hanno già avvertito che la Cina potrebbe utilizzare l’iniziativa come pretesto per costruire basi militari in tutto il mondo, con il pretesto di agire in difesa dei propri investimenti.
RC (AFP, EPA)