Il governo italiano ha annunciato il rilascio di un'anziana coppia italiana e del loro figlio rapiti dai jihadisti in Mali nel maggio 2022. Si prevede che ritorneranno a Roma poiché stanno bene. La famiglia, composta da Testimoni di Geova, che secondo quanto riferito stava progettando di fondare una chiesa, è stata rapita dalla loro casa alla periferia della città meridionale di Kaudiala. Insieme a loro è stata rapita la loro domestica, cittadina togolese. Il destino del lavoratore è ancora incerto.
Rilascio mediato dai servizi segreti italiani
L'agenzia di intelligence italiana e il ministero degli Esteri italiano hanno ottenuto il rilascio dei coniugi Rocco Langone e Maria Donata Caivano e del loro figlio Giovanni Langone, grazie ai loro contatti con i leader della comunità e l'intelligence maliana, ha detto il governo italiano. Il rapporto non fornisce ulteriori dettagli sulle circostanze del suo rilascio.
La minaccia jihadista in Mali
La famiglia viveva in una zona fortemente infiltrata da jihadisti e i rapimenti sono stati effettuati da un gruppo legato ad al-Qaeda noto come Gruppo di sostegno per l'Islam e i musulmani (JNIM). La coppia ha 60 anni e il figlio ha 40 anni.
Il Mali è devastato dall’insurrezione da più di un decennio, con i jihadisti che spesso trattengono gli stranieri per chiedere un riscatto o chiedono il rilascio dei loro compagni combattenti. I militari hanno preso il potere nel 2021, accusando il governo di non fare abbastanza per controllare l’insurrezione. Il paese fu occupato dalle truppe francesi e dalle Nazioni Unite. Ha ritirato le forze di pace e ha coinvolto il gruppo russo Wagner per combattere gli jihadisti, ma non ci sono segni che la rivolta possa finire.
ONU Poiché il Mali rifiuta le truppe, i talebani e il gruppo Wagner si sono rafforzati, con la stessa sorte dell’ONU in Mali. Gli interpreti temono. Tuttavia, è ancora discutibile se il gruppo di Wagner abbia contribuito alla lotta contro gli jihadisti.
È imperativo frenare l’avanzata dei jihadisti
Quest’ultimo incidente evidenzia l’urgente necessità di contenere l’avanzata dei jihadisti nella regione del Sahel e sottolinea la necessità di una maggiore cooperazione internazionale per porre fine all’insurrezione. Nonostante i recenti cambiamenti nel potere e nelle tattiche di guerra, il Mali ha ancora molta strada da fare per risolvere la situazione instabile del paese.