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Dal Global Gateway, al Meccanismo Europeo di Stabilità, al governo delle agenzie di rating. Le sfide affrontate dall’attuale governo in un contesto politico, sociale, economico e finanziario particolarmente ambiguo. Con un mobile che non è esattamente all’altezza di questo compito.
L’Unione Europea sta cercando di rilanciare il Global Gateway, un piano da 300 miliardi di dollari che sfida la Via della Seta cinese
L’Unione Europea sta tornando a questo compito con il suo Global Gateway, il grande piano da 300 miliardi di euro per combattere la Via della Seta cinese. La Commissione Europea ha dedicato a questa iniziativa un forum di due giorni a Bruxelles, con l’obiettivo di sottolineare la necessità e le prospettive di un programma di sviluppo economico e politico per i Paesi emergenti.
In un momento in cui assistiamo al deterioramento delle relazioni con il Sud del mondo, anche a causa della guerra in Medio Oriente, la Commissione Europea vuole dare impulso a un programma di investimenti per contribuire allo sviluppo economico e politico dei Paesi emergenti. .
La metà del pacchetto, pari a 150 miliardi di euro, è destinata ai Paesi africani. “L’Unione europea non può perdere questo momento – spiega David McAllister, presidente della commissione affari esteri del Parlamento europeo, del Partito cristiano-democratico – Il Global Gateway è rimasto intrappolato nella rete della burocrazia Ue per troppo tempo.
La ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità è importante per il futuro dell’Unione Europea
L’Italia è l’unico Paese tra i 20 Stati membri dell’area euro a non aver ancora ratificato la riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità.
Il capo dell’Eurogruppo, l’irlandese Paschal Donohue, ha chiarito pubblicamente che si tratta di una questione che sta a cuore ai leader europei, in un contesto politico, economico e finanziario particolarmente oscuro.
Il trattato che istituisce il meccanismo europeo di stabilità è stato modificato per consentire all’istituzione di diventare l’ancora di salvezza del Fondo europeo di conciliazione bancaria. “È un elemento davvero importante per rafforzare l’unione bancaria”, afferma Donohoe.
La mancata ratifica del governo Meloni è dovuta ad un problema interno alla maggioranza di governo. Infatti, la Lega ritiene, a torto o a ragione, che il nuovo trattato mini la sovranità nazionale. Finora il governo Meloni non si è sentito di chiedere al Parlamento la ratifica per paura di evidenziare le profonde divisioni della sua maggioranza.
È un problema che va risolto al più presto, per consentire al Meccanismo Europeo di Stabilità, strumento non sempre molto apprezzato da Matteo Salvini, di dotare il Fondo di Risoluzione Unico di una linea di finanziamento aggiuntiva di circa 70 miliardi di dollari. Oltre agli 80 già stanziati per il “fondo salvataggio banche”.
Andamento del PIL europeo
È importante che i paesi dell’Unione Europea lavorino per raggiungere un accordo comune sugli aspetti che riguardano il futuro dell’intera area euro, indipendentemente dalle singole posizioni politiche interne. Mentre il PIL statunitense nel terzo trimestre del 2023 ha registrato una sorprendente crescita del 4,9% in termini reali (al netto dell’inflazione), i paesi dell’Eurozona hanno registrato nello stesso periodo una faticosa e pallida crescita del +0,2% rispetto al periodo precedente. Un’indicazione che le divisioni non sono vantaggiose per le economie dei paesi dell’Unione Europea.
Opinioni delle agenzie di rating
Le manovre del governo Meloni, sempre più distante dagli accordi tra gli Stati membri dell’Ue, preoccupano le agenzie di rating.
Standard & Poor’s ha confermato il rating dell’Italia a BBB (investimento abbastanza sicuro), evidenziando la significativa capacità del Paese di gestire il proprio debito verso il mercato. Ma con un certo grado di incertezza.
Per l’agenzia di rating la crescita economica italiana rallenterà nel 2023 e nel 2024. Il consolidamento del bilancio sarà più lento del previsto.
Le risorse sono scarse e l’Italia non può accelerare la spesa nello stesso anno in cui ritorna il Patto di stabilità. Il quadro complessivo non è né semplice né rassicurante: due guerre in corso, un’inflazione elevata che costringerà i tassi di interesse a restare alti più a lungo, e l’arrivo dell’inverno che rischia di far lievitare il costo dell’energia. Tutti elementi che incidono sulla crescita e sui bilanci delle famiglie italiane.
La sentenza di Moody’s è prevista per metà novembre. La sua opinione attuale è che l’Italia abbia un rating di Baa3, con un outlook negativo, o che si avvicini alla “spazzatura”.
Conclusioni
È chiaro che non solo l’Italia, ma anche i Paesi dell’Unione Europea, si trovano costretti ad affrontare una situazione politica, economica e sociale molto difficile. Certamente, affrontare questi problemi richiede tre elementi fondamentali: competenze, volontà di discutere e collaborare, e visione. Ciò che manca particolarmente è l’attuale governo che, oltre alle grandi dichiarazioni rilasciate durante la campagna elettorale, nonché all’evidente fenomeno del nepotismo e del reclutamento, dimostra di non essere all’altezza della situazione. Dal Ministro che crede di promuovere i nostri vini offrendoli da bere ai nostri atleti, dalla campagna di ostracismo contro uno dei più grandi egittologi del mondo che gestisce il Museo Egizio di Torino, dal Sottosegretario che è riuscito a declassare uno dei più Spazi espositivi italiani molto apprezzati a livello internazionale. E fermiamoci qui.
Il problema dell’inefficienza attanaglia il nostro Paese da molto tempo. Ma sembra che per noi italiani vada bene.
Andrea Lodi