A Saint Louis, in Senegal, uno studente è stato ucciso durante le violente proteste scoppiate venerdì contro il rinvio delle elezioni presidenziali, ha detto sabato il ministero dell'Interno.
Le proteste diffuse sollevano timori di instabilità politica
Venerdì sono scoppiati scontri tra forze di sicurezza e manifestanti nella capitale senegalese e in altre città, la prima ondata di disordini diffusi in risposta a un rinvio del voto che molti temono possa portare a instabilità a lungo termine.
Il ministero ha dichiarato in un comunicato di aver ricevuto la notifica della morte dello studente Alpha Yero Tounkara e che sarà indagata. Ma ha negato la responsabilità delle sue forze per quanto accaduto. Ha aggiunto nella dichiarazione che “le forze di difesa e di sicurezza non sono intervenute per mantenere l'ordine nel campus universitario dove è avvenuta la morte”.
Non è ancora chiaro se le proteste proseguiranno anche sabato. Potenziali ulteriori scontri violenti con le forze di sicurezza contribuiranno ad aumentare le preoccupazioni circa il declino democratico.
Il rinvio delle elezioni rappresenta una minaccia democratica?
Meno di tre settimane prima delle elezioni presidenziali previste per il 25 febbraio, il Parlamento ha votato per rinviarle a dicembre, estendendo ulteriormente il mandato del presidente Macky Sall. Ciò ha sollevato dubbi sul fatto che la democrazia in una delle ultime regioni colpite dal colpo di stato dell’Africa occidentale sia a rischio.
Sall, che ha raggiunto il limite costituzionale di due mandati, ha affermato che il rinvio delle elezioni è dovuto a disaccordi che minacciano la credibilità del processo elettorale. Ma una parte dell'opposizione ha denunciato la decisione definendola un “colpo di stato istituzionale”.
Gli occhi del mondo sono ora rivolti al Senegal, in attesa dei prossimi sviluppi di queste violente proteste e dei loro potenziali effetti sulla stabilità politica del paese e sulla sicurezza della sua popolazione.