
Poco più di 200 anni fa, il filosofo scozzese David Hume (1711-1776) sosteneva che, per una persona razionale, deve essere praticamente impossibile credere alla notizia di un miracolo: non importa quante ragioni abbiamo per supporre che ciò accada. Se la testimone è onesta e competente, la probabilità che lei si sbagli su quanto accaduto (o che noi ci sbagliamo sulla sua onestà) sarà maggiore della probabilità che si verifichi un evento soprannaturale concreto.
L’argomento e le sue conclusioni sono sempre state contestate dalle persone religiose. Ad esempio, il defunto padre Quevedo (1930-2019), un gesuita spagnolo residente in Brasile che ha dedicato la sua vita allo studio dei cosiddetti fenomeni paranormali, si oppone a Hume nel suo libro Miracles and Science del 1998.
Ma la settimana scorsa la Chiesa cattolica ha lasciato intendere – seppure in modo timido, debole e indiretto – che lo scozzese forse non aveva tutti i torti.
Circolo della Dottrina della Fede (il più recente Rebranding Del Sant’Uffizio o della Santa Inquisizione) pubblicato da A Nuova norma Sull’analisi e la valutazione di fenomeni apparentemente miracolosi – come apparizioni di santi, voci e visioni, statue piangenti – che, di fatto, elimina la possibilità che tali apparizioni siano ufficialmente dichiarate “soprannaturali” da alcune autorità ecclesiastiche (bibliche). Il Papa può ancora farlo, ma non si prevede che il privilegio venga esercitato molto spesso (se non del tutto).
Secondo le norme in vigore all’epoca risalenti agli anni ’70, un presunto evento miracoloso poteva ricevere un sigillo ufficiale. Ovviamente riguardo al soprannaturale (“Carattere soprannaturale verificato”). Ma d’ora in poi sarà il voto massimo consentito Niente si frappone (“Niente vieta”): autorizza i cattolici a credere (o meno, a seconda dei casi) nella natura soprannaturale del fenomeno, e a prelati sulla zona in cui è avvenuto l’evento, per sfruttarlo per diffondere la fede e attirare credenti, ma non fornisce alcuna dichiarazione definitiva circa la sua veridicità. Ufficialmente la Chiesa resta – e non voglio essere affatto sarcastico – atea.
La norma precedente lascia ancora ai vescovi locali la facoltà di decidere (Ovviamente riguardo al soprannaturale O Non era d’accordo sul soprannaturale ) Indipendentemente. Il nuovo sistema richiede la partecipazione del dipartimento a questo processo.
Verità strategica
La norma è cauta e, in alcuni punti, scivolosa: in un passaggio si diceva che in Niente si frappone, «Anche se non viene fatta alcuna dichiarazione soprannaturale sull’evento stesso, in ogni caso i segni dell’opera soprannaturale dello Spirito Santo si riconoscono chiaramente nel contesto dell’evento», il che sembra del tutto definitivo («i segni sono abbastanza chiari» riconoscendo l’opera soprannaturale dello Spirito Santo”). In un altro è implicito che anche Niente si frappone Può essere rivisto o abolito (“Questo intervento lascia naturalmente aperta la possibilità di intervenire in modo diverso in futuro, con attenzione allo sviluppo della fedeltà”).
sotto dentro Niente si frappone Ci sono anche cinque categorie, le ultime due delle quali lo sono È proibito e costituisce un ostacolo (“Vietato e Proibito”), secondo cui è vietato ai cattolici manifestare pubblicamente a favore della validità del fenomeno; quello Dichiarare l’assenza del soprannaturale (“Dichiarazione di carattere non soprannaturale”), dove il fenomeno viene ufficialmente attribuito a cause naturali, frode o inganno.
Da un punto di vista logico, il nuovo sistema mescola e organizza due criteri che dovrebbero essere trattati come indipendenti e ortogonali, almeno per coloro che sono al di fuori dell’ambito della teologia cattolica concettuale: (1) la misura in cui il presunto fenomeno serve interessi e obiettivi . Città del Vaticano (preservare la dottrina e l’unità della Chiesa, espandere e stimolare la fede) e (2) quali prove empiriche supportano ciò.
Il tono generale dello standard è che, tranne nei casi in cui l’evidenza empirica di frode o inganno è palese, eclatante e ovvia, il criterio (1) dovrebbe sempre prevalere sul criterio (2). In effetti, il testo lo indica, anche nelle situazioni in cui Solide prove scientifiche Facendo riferimento alle cause normali dell’evento causativo, “a Niente si frappone Permette ai pastori di lavorare (…) nell’accogliere i doni dello Spirito Santo, che possono apparire in mezzo a queste realtà. La frase “nel mezzo”, così come la frase “nel contesto dell’evento”, menzionata prima, spostano di fatto il focus dell’analisi, dall’evento straordinario in sé, alle conseguenze sociali e religiose che produce.
Se le vie di Dio sono così misteriose, perché Egli non sfrutta l’ambiguità tra la spiegazione naturale e quella soprannaturale di un fenomeno per raggiungere i Suoi fini? I fatti concreti sono dettagli rispetto ai “frutti” che producono. Come dice l’introduzione alla norma:
“La maggior parte dei santuari, che oggi sono luoghi privilegiati della pietà popolare per il popolo di Dio, non hanno mai avuto, durante la consacrazione ivi espressa, una rivelazione soprannaturale dei fatti che portarono a quella consacrazione”.
Uno Dichiarare l’assenza del soprannaturalea sua volta , Ciò può essere fatto solo sulla base di “fatti e prove concrete e comprovate”. Data la classica difficoltà di provare il negativo, è chiara l’intenzione di mantenere accesa la fiamma del soprannaturale come possibilità interessante, ove opportuno.
Sotto questo aspetto, il nuovo criterio si avvicina al concetto di “verità strategica” di Michel Foucault (1926-1984), un altro autore le cui idee, come quelle di Hume, offrono una sorprendente somiglianza con il contenuto di quest’ultimo documento della Sacra Scrittura. Vedere. In La società deve essere difesa, Foucault sottolinea che l’unico uso della verità per l’attivista politico è come un’arma – la verità deve essere valutata (o non valutata) nella misura in cui serve (o meno) la causa: “Così afferma la verità, quella verità strategica relativa che gli permette di ottenere la vittoria”.
Spazi stretti
La parola “scientifico” appare tre volte nel nuovo standard, inclusa l’istruzione di eseguire test di laboratorio quando il presunto miracolo coinvolge oggetti fisici, come statue o ostie (che devono, tuttavia, essere testati con il dovuto rispetto e dedizione, condizioni previste che) A seconda dell’interpretazione data del “rispetto” e della “fedeltà”, può essere difficile conciliarlo con le esigenze analitiche. In ogni caso, le preoccupazioni scientifiche seguono quelle dottrinali.
Questa dipendenza, così come l’uso della verità strategica, ha senso nel contesto di un’organizzazione religiosa, che crede già di possedere quell’altra verità, quella con la “T” maiuscola. La competenza empirica – la coerenza tra l’interpretazione data di un evento e i fatti del mondo – è teoricamente ridondante per chi crede di avere un arbitro trascendente, più solido e affidabile dei meri fatti in questione.
Il problema è che la tesi non funziona bene nella vita di tutti i giorni: quando si smette di calibrare le ipotesi con la realtà concreta, quando si abbandona l’adeguatezza empirica, si entra nel regno della fantasia e tutto va bene. Le leggi della fisica sono uguali per tutti, ma le regole trascendenti – anche quelle tratte dallo stesso stampo, come la fede cattolica – sono profondamente personali. EHI Comunicato stampa della Santa Sede Riguardo al nuovo standard si sottolinea questo punto:
“Il documento nasce dalla lunga esperienza del secolo scorso, che ha visto casi in cui il vescovo locale (o i vescovi della regione) hanno dichiarato frettolosamente la natura soprannaturale di un fenomeno, per poi essere successivamente emessi dal Sant’Uffizio con una sentenza diversa. In altri casi il vescovo direbbe una cosa e il suo successore deciderebbe il contrario (in relazione allo stesso fenomeno).
scambio Ovviamente riguardo al soprannaturale A Niente si frappone Può essere letto in molti modi. La più evidente è una manovra di pubbliche relazioni, con il duplice obiettivo di accelerare l’esplorazione dei fenomeni che sono al centro della devozione (e che non hanno più bisogno di essere “soprannaturali” per trarne beneficio) ed evitare contraddizioni e imbarazzi. – Perché in generale, ad un certo punto, la scienza sembra distruggere il partito. Tuttavia, anche se il Papa conserva l’autorità formale di dichiarare un eventuale fenomeno soprannaturale, è difficile non vedere (un’altra) negazione del presunto potere della fede di fronte alla forza dell’evidenza – e il silenzioso trionfo della fede. Il principio di Hume.
Carlos Orci è giornalista e redattore capo della Revista Questão de Ciência, autore di O Livro dos Milagres (Editora da Unesp), O Livro da Astrologia (KDP), Negacionismo (Editora de Cultura) e coautore di “Pura Picaretagem” (Leya), e “La scienza nella vita quotidiana” (Editora contexto), l’opera vincitrice del Premio Jabuti, “Contra a Realidade” (Papirus 7 Mares), e “Che sciocchezze!” (editor di contesto)