- Marcelo Crescente
- Da Milano alla BBC Brasile
Uno dei piatti più tipici d’Italia è al centro delle polemiche: l’Associazione italiana agricoltori accusa le pizzerie del Paese di utilizzare sempre più ingredienti stranieri e di “travisare” il prodotto. Intanto si aggrava la carenza di pizzaioli nel Paese.
Secondo uno studio condotto dalla Coldiretti, associazione che rappresenta gli agricoltori italiani e si occupa direttamente della vendita dei prodotti nazionali, la pizza italiana non merita più questo nome: il 63% della pizza prodotta nel Paese contiene ingredienti stranieri.
Secondo l’associazione, molti tipi di pizza sono preparati con pomodori cinesi o provenienti dagli Stati Uniti. La farina di grano proviene spesso dalla Francia, dalla Germania e persino dall’Ucraina. La maggior parte dell’olio d’oliva proviene dalla Tunisia o dalla Spagna.
Secondo la Coldiretti molti pizzaioli non utilizzano vera mozzarella, ma formaggi a base di latte in polvere. Solo lo scorso anno l’Italia ha importato più di 100.000 tonnellate di salsa di pomodoro concentrata e 480.000 tonnellate di olio d’oliva.
«Questa grande quantità di materie prime provenienti dall’estero mette a rischio l’italianità del prodotto, che viene venduto in 40.000 pizzerie in tutto il Paese», afferma l’associazione, chiedendo ai pizzaioli di utilizzare maggiormente prodotti nazionali.
“La produzione italiana non è sufficiente per produrre tutte le pizze vendute nel Paese, dobbiamo importarle”, dice un portavoce dell’Associazione pizzerie italiane (API) di Roma.
Il portavoce ha detto alla BBC Brasile che l’importante è la qualità della pizza. “Se un pizzaiolo acquista pomodori americani, è una sua decisione personale. Ciò che conta è che siano di ottima qualità, per non intaccare il prodotto”.
Ogni settimana in Italia si consumano 56 milioni di pizze, circa un trancio per abitante, secondo i dati Fipe, il sindacato italiano che rappresenta i bar e ristoranti. Il settore offre opportunità di lavoro a circa 100.000 persone.
Mancanza di pizzaioli
La pizza è uno dei piatti più apprezzati in Italia. Nel Paese, però, c’è carenza di manodopera qualificata per le pizzerie.
Questo settore è cresciuto negli ultimi anni, nonostante l’attuale crisi economica. Secondo l’associazione italiana di categoria Confcommercio, i ricavi dal 2010 al 2014 sono aumentati del 5%, raggiungendo quasi 10 miliardi di euro (circa 30 miliardi di R$).
L’associazione stima che nel Paese siano circa seimila i pizzaioli scomparsi. “La crescita del settore è favorita dai minori investimenti necessari per aprire una pizzeria”, spiega Concomercio, “ma questo comporta una carenza di manodopera specializzata”.
Ciò colpisce anche la città considerata la culla dell’autentica pizza italiana – Napoli, nel sud del Paese, dove mancano anche gli intenditori del piatto tipico locale.
Per questo l’Associazione Vera Pizza Napoletana ha aumentato da 80 a 120 i posti dei corsi per pizzaioli e si batte per avvicinare sempre più giovani alla professione.