Per ogni euro di valore aggiunto prodotto dalle aziende di gestione dei rifiuti urbani e private si registrano 3,4 impatti positivi sul Paese
(Rinnovabili.it) – Il Raccolta rifiuti urbani e privati Ha un impatto positivo sull’economia italiana. Lo dice lui Rapporto CAN 2023il rapporto dedicato all’industria italiana della gestione dei rifiuti presentato ieri da Althesys a Roma.
Infatti, il valore della raccolta e del trattamento di queste categorie di rifiuti nel 2022 è 18,2 miliardi di euroUn aumento del 10,5% rispetto all’anno precedente. Il settore genera quindi 27,2 miliardi di euro di valore condiviso. Ciò significa che per ogni euro di valore aggiunto prodotto dalle imprese di gestione dei rifiuti si generano 3,4 euro di benefici economici per l’intero Paese. Il valore condiviso, infatti, si riferisce alla capacità di produrre e distribuire ricchezza, benessere e occupazione oltre i confini settoriali. In un senso più ampio, include anche gli impatti sociali, ambientali, sulla salute e sulla sicurezza.
Valore condiviso
Come spiega Althesis in una nota, “È stato calcolato che la catena del valore del settore della gestione dei rifiuti comprende 9,1 miliardi di benefici diretti, derivanti dal valore aggiunto e dal contributo fiscale delle aziende di questo settore”. A questi si aggiungono 8,45 miliardi di impatti indiretti, “cioè il valore creato dai fornitori”. Vanno infine inclusi 9,6 miliardi di dollari di impatti indotti, “grazie all’impatto sul sistema industriale derivante dal recupero di materie prime seconde ed energia”.
Il rapporto WAS analizza i dati degli attori nella raccolta, elaborazione, smaltimento e selezione. Dalla foto è evidente che i rifiuti urbani raccolti da 115 principali operatori Lo testimoniano 21,47 milioni di tonnellateUna crescita del 7% rispetto al 2021. La crescita deriva dalla maggiore superficie coperta dalle aziende, non dalla quantità di rifiuti prodotti. Quest’ultimo, infatti, sta registrando un calo.
Ecosistema aziendale
Althesis spiega che il 92% del fatturato del settore dei rifiuti urbani “coinvolge 104 aziende di raccolta e trattamento, che servono circa 4.411 comuni e 44 milioni di persone”. Quasi due terzi degli operatori sono di proprietà pubblica22% misto e 13% privato. Infine, “il restante 4%, è rappresentato da società quotate che comprendono tre grandi multiutility (A2A, Iren, Hera)”. Queste società coprono più di un terzo del volume della produzione.
Per quanto riguarda i Rifiuti specialiIl rapporto descrive un settore in crescita. Resta però frammentata, “con piccoli operatori specializzati e PMI diversificate che rappresentano l’82% del totale. I grandi gruppi rappresentano solo il 5%, ma generano fino al 33% del valore della produzione”.
Sfide future
Come si sta sviluppando il settore? Il dossier individua alcuni percorsi di innovazione. Ad esempio, Al Hilal convivenza tra perdere Signor Dott energiabasato su Biometano. Oppure investimenti nel recupero di materie prime critiche, fibre di carbonio, trattamento ed esplorazione dei fanghi delle acque reflue Processi Rifiuti in carburante. Senza dimenticare due ambiti lavorativi già soggetti a normativa specifica, ad es Tessili e batterie.