Gli scienziati ritengono che la negromanzia sarebbe stata praticata nella grotta di Teumim, sulle colline di Gerusalemme, in Israele, nel tentativo di predire il futuro. La negromanzia è la magia di “comunicare” con i morti.
Con i reperti nel sito, i ricercatori ritengono che esistesse un culto mistico nell’area, tra il II e il IV secolo d.C., o alla fine dell’era romana.
La cavità rocciosa è stata scavata dal 2009 da esperti del Dipartimento di studi e archeologia Martin (Szuz) in Terra d’Israele, Università Bar-Ilan e Centro di ricerca sulle grotte dell’Università ebraica di Gerusalemme. Lo studio era Pubblicato sulla rivista Rassegna della divinità di Harvardil 4 luglio.
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Dal 2010 al 2016, il team ha trovato più di 120 lampade a olio di epoca romana, oltre ad armi, ceramiche e teschi umani.
Manufatti nella grotta indicano una possibile pratica della negromanzia
Gli scienziati rivelano che durante l’Impero Romano, i teschi umani venivano usati nelle cerimonie per la negromanzia e la comunicazione con i morti. Nel caso delle lampade ad olio, servivano per indovinare il futuro in base alle forme della fiamma.
“Questi rituali venivano solitamente eseguiti all’interno di tombe o grotte sepolcrali, ma a volte si svolgevano a nekyomanteion (o nekromanteion) – ‘oracoli dei morti'”, spiegano i ricercatori. “Questi santuari erano solitamente situati in grotte o vicino a fonti d’acqua ritenute potenziali porte d’accesso agli inferi.
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Gli archeologi hanno anche scoperto spade di bronzo, pugnali e una testa d’ascia dell’età del bronzo, oltre a due punte di lancia tardo romane. Secondo gli esperti, i romani associavano pugnali e spade alla negromanzia e alla divinazione; Servivano a proteggere le persone dagli spiriti maligni all’interno della grotta.
Inoltre, si ritiene che le lame impediscano ad altri spiriti di “rubare” le offerte. Molte fonti storiche menzionano la credenza che questi esseri avessero paura del metallo, in particolare del bronzo e del ferro.
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