L’accusa si riferisce al caso Sakaba, dove 10 manifestanti furono uccisi dopo il colpo di stato del 2019.
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247 – Secondo le informazioni di Sputnik, il Pubblico Ministero boliviano ha presentato accuse di genocidio contro 18 persone, tra cui l’ex presidente autoproclamata Jeanine Anez ed ex alti funzionari del paese, e ha chiesto che fossero incarcerati per 30 anni.
Nel comunicato dell’istituzione si precisa che “la Procura ha concluso le indagini sul cosiddetto caso Scapa, e in tale contesto la Procura competente per il caso ha presentato una richiesta categorica di procedere a querela contro 18 persone per il delitto di genocidio.” .
Il 15 novembre 2019, un corteo di manifestanti contro il governo de facto di Áñez ha tentato di raggiungere la città di Cochabamba, ma è stato bloccato da militari e poliziotti che, con l’appoggio del decreto n. 4078 che li sollevava dalle responsabilità, hanno represso i manifestanti, provocando 10 scontri. Un morto e 36 feriti.
Nel 2021, gli esperti del Gruppo multidisciplinare di esperti indipendenti hanno notato la persecuzione politica contro i movimenti popolari e le popolazioni indigene che protestavano contro il colpo di stato.
Nell’ottobre 2019, dopo aver vinto la quinta elezione consecutiva, Evo Morales e Álvaro García Linera sono stati costretti a dimettersi sotto la pressione delle forze armate. Nel frattempo, la Polizia Nazionale ha organizzato rivolte e tutti i successori associati al Movimento per il Socialismo (MAS-IPSP) sono stati perseguitati per spianare la strada all’autodichiarazione della senatrice Jeanine Anez. (Con informazioni da Brasil de Fato).
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