I principali produttori di vaccini anti-vaccini, i paesi del G20 e il Fondo monetario internazionale, si sono impegnati venerdì (21) ad accelerare la vaccinazione lenta nei paesi poveri per porre fine all’epidemia e rivitalizzare l’economia globale.
Mentre un terzo della popolazione dei paesi più ricchi ha già ricevuto almeno la prima dose, nei poveri difficilmente raggiungono lo 0,3%, secondo Covax, il sistema di distribuzione globale di vaccini per i paesi svantaggiati.
Entro la fine di maggio, a Covax mancheranno 140 milioni di dosi e altri 50 milioni a giugno, sulla base delle quantità previste per immunizzare il 20% della popolazione nei paesi poveri.
Durante il vertice del G20 organizzato dalla presidenza italiana di questo gruppo di potenze industriali e dalla Commissione europea, Pfizer / BioNTech, Moderna e Johnson & Johnson si sono impegnati a fornire 3,5 miliardi di dosi a un costo per i paesi più poveri e a ridurre il valore ai redditi medi tra il 2021 e il 2022.
In precedenza, l’Unione europea aveva annunciato che avrebbe fornito 100 milioni di dosi, l’Italia 300 milioni di euro e la Francia 30 milioni di dosi tramite Kovacs.
Il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha affermato a Roma, all’inizio dell’incontro, che “tutti, ovunque” dovrebbero farsi vaccinare.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha criticato il “nazionalismo dei vaccini”.
Per porre fine all’epidemia e alle sue devastanti conseguenze sociali ed economiche, il Fondo monetario internazionale ha presentato a Washington un piano, il cui finanziamento richiederà 50 miliardi di dollari e mira a vaccinare almeno il 40% della popolazione mondiale entro la fine dell’anno.
Gli economisti del Fondo monetario internazionale sottolineano che il piano “è basso rispetto ai potenziali benefici di una fine più rapida dell’epidemia, ed è stimato a 9 trilioni di dollari” per l’economia globale entro il 2025.
Un portavoce di Kovacs ha dichiarato venerdì all’AFP che finora sono stati firmati accordi per la fornitura di 1,8 miliardi di dosi, il che consentirebbe di vaccinare il 30% della popolazione colpita, ma che mancava di fondi.
– Nessun consenso sui brevetti congiunti –
La dichiarazione finale di questo vertice, intitolata “La Dichiarazione di Roma”, deve innanzitutto confermare l’impegno dei paesi più ricchi a incrementare la produzione di vaccini in Africa attraverso il trasferimento tecnologico.
Il primo ministro italiano Mario Draghi ha avvertito: “Tutti devono essere vaccinati, e in fretta”.
Tuttavia, questo testo non dovrebbe sostenere la controversa nozione di una sospensione temporanea del brevetto da parte delle aziende farmaceutiche, ma piuttosto dovrebbe sostenere la “partecipazione volontaria ai brevetti” e rimuovere gli ostacoli all’esportazione di vaccini.
Washington sostiene la sospensione dei diritti di brevetto esclusivo, ma l’Unione Europea ha espresso i suoi dubbi, evidenziando la lunghezza e la complessità del processo.
Il Vertice di Roma si svolge alla vigilia della Settantaquattresima Assemblea Mondiale della Sanità (dal 24 maggio al 1 giugno), il cui obiettivo principale è riformare l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la sua capacità di coordinare le risposte alle crisi sanitarie globali e prevenire future epidemie.
Un rapporto pubblicato da un gruppo di esperti indipendenti la scorsa settimana ha evidenziato che l’OMS ha impiegato troppo tempo per emettere l’avvertimento e che il disastro descritto come “Chernobyl del 21 ° secolo” avrebbe potuto essere evitato.
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