(ANSA) – In Italia sono già nati oltre 217mila bambini, nonostante le restrizioni ancora in vigore nel settore. Riproduzione assistita Nel 2004 è stata approvata una legge per regolamentare le cliniche della fertilità nel Paese.
Secondo l’Instituto Superior da Saúde (ISS), il numero di trattamenti è passato da 63.585 nel 2005 a 109.755 nel 2022, mentre la percentuale di bambini nati con queste tecniche è aumentata dall’1,22% al 4,25% rispetto al totale.
L'Iss calcola 217.275 persone provenienti da fecondazione assistita in Italia, un numero equivalente a quello di una città di medie dimensioni.
Il tasso di gravidanza è aumentato da 16,3 per 100 trasferimenti di embrioni nel 2005 a 32,9 nel 2022, mentre è aumentato da 246 cicli nel 2014 (0,3% del totale) a 15.131 nel 2022 (13,8%).
Il salto è dovuto alla decisione della Corte Costituzionale italiana di riconoscere la cosiddetta fecondazione eterologa, vietata nel Paese fino al 2014 quando si utilizzavano ovuli o sperma di terzi.
In Italia, però, la riproduzione assistita è limitata alle coppie eterofettive, infertili o conviventi e alle coppie fertili con malattie infettive. I single e le coppie dello stesso sesso non possono richiedere la fecondazione in vitro.
Anche se potrebbe non essere approvata per tutti, la riproduzione assistita è vista come uno strumento per prevenire il calo dei tassi di natalità in Italia, che ha registrato solo 393.000 nascite nel 2022, il numero più basso della sua storia. (ANSA)
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