o rover determinazioneDare NASA, atterrato in Marte 10 mesi fa e in realtà ha promosso alcune rivelazioni sorprendenti. La nuova scoperta del robot è che il suolo roccioso del pianeta era precedentemente formato da colate laviche. L’annuncio è arrivato durante il meeting autunnale dell’American Geophysical Union a New Orleans, USA.
L’analisi degli scienziati ha mostrato che i cristalli di olivina sono circondati da pirosseno, entrambi i quali indicano un’origine vulcanica. Per i ricercatori, si tratta di informazioni “completamente inaspettate”, secondo la rete statunitense CNN. Prima di questo, credevano che gli strati rocciosi fossero sedimentari, da materiali depositati da un antico fiume.
I campioni ottenuti per perseveranza mostrano anche prove della presenza di acqua e persino di molecole organiche. Questi risultati ci consentono di creare una cronologia accurata di ciò che è accaduto al cratere Jezero, il sito di un antico lago del pianeta, e quindi di comprendere meglio la storia di Marte.
Uno degli strumenti principali nelle nuove prove per Marte era il fatto che il robot utilizzava un trapano all’estremità del braccio per raschiare le superfici delle rocce. “I cristalli all’interno della roccia ci hanno dato la risposta”, afferma in una dichiarazione Ken Farley, uno scienziato del progetto di perseveranza presso il California Institute of Technology di Pasadena, in California.
La perseveranza ha una serie di strumenti complessi per analizzare il materiale ottenuto. Uno è PIXL, o lo strumento litochimico a raggi X planetario, che rileva il contenuto di minerali.
Il team ora vuole sapere se le rocce contenenti olivina sono state formate da un lago di lava che si sarebbe raffreddato o da lava sotterranea di un antico vulcano che sarebbe stato eroso. “Ci aspettiamo che il fondo del cratere originale sia molto più profondo di quello che siamo ora”, aggiunge Farley.
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