Francesco ha ricevuto in Vaticano i partecipanti al V Congresso Mondiale degli Oblati Benedettini. “Come i monaci, la vita di chi segue san Benedetto è una vita di donazione, piena, intensa. Come i monaci, che si riappropriano dei luoghi in cui vivono e scandiscono le loro giornate con il lavoro, anche voi siete chiamati al cambiamento del luogo” dove vivete, nei contesti», ha detto il Papa. Ogni giorno vi comportate come il lievito nella pasta, con efficienza e responsabilità, e allo stesso tempo con dolcezza e compassione.
Mariangela Jajurappa – Vatican News
Oggi, venerdì (15/09), nella Sala Clementina in Vaticano, Sua Santità Papa Francesco ha ricevuto i partecipanti al Quinto Congresso Mondiale degli Oblati Benedettini.
All’inizio del suo discorso, il Sommo Pontefice ha ricordato che San Benedetto ci ha invitato ad avere “un cuore dilatato dalla sovranità di un amore indescrivibile”. «Questo cuore allargato è ciò che caratterizza lo spirito benedettino che ha permeato la spiritualità del mondo occidentale e che si è poi diffuso in tutti i continenti», ha sottolineato il Papa, riflettendo su tre aspetti di questa «ampiezza di cuore»: la ricerca di Dio e la passione. . Per il Vangelo e l’ospitalità.
Agisce come il lievito nell’impasto
“La vita benedettina è caratterizzata, soprattutto, da una costante ricerca di Dio, della Sua volontà e delle meraviglie che Lui opera. Questa ricerca si realizza, in primo luogo, nella Parola, di cui si nutre ogni giorno nella Lectio Divina , ma anche nella contemplazione del creato, lasciandosi responsabili dagli avvenimenti quotidiani». E vivendo il proprio lavoro come preghiera, fino a trasformare i mezzi stessi del suo operare in strumenti di benedizione, e, infine, nelle persone, nei fratelli e nei fratelli. sorelle: «Chiunque la Provvidenza di Dio trova», ha detto il Papa. In tutto questo siete chiamati ad essere cercatori di Dio”.
Il secondo aspetto importante è la passione per il Vangelo.
Come l’esempio dei monaci, la vita di chi segue san Benedetto è una vita di donazione, piena e intensa. Come i monaci, che si riappropriano dei luoghi in cui vivono e scandiscono le loro giornate con il lavoro, anche voi siete chiamati a cambiare i contesti quotidiani in cui vivete, ad agire come lievito nella pasta, con competenza e responsabilità, e allo stesso tempo con dolcezza e compassione.
Testimoni che irradiano il Vangelo
Francesco ha invitato a riflettere «su cosa ha rappresentato la presenza del monachesimo, con il suo modello di vita evangelica incentrato sul ‘lavoro e lavoro’, con la conversione pacifica e l’integrazione di gran parte della popolazione, nel passaggio dalla caduta dell’Impero Romano alla nascita di Cristo”. La società medievale”.
Tutto questo zelo nasce dalla passione per il Vangelo, e anche questo è un tema molto attuale per voi. Oggi, infatti, in un mondo globalizzato ma frammentato, frenetico e consumistico, e in contesti in cui le radici familiari e sociali sembrano talvolta quasi sul punto di dissolversi, non è necessario che i cristiani puntino il dito, ma piuttosto che testimoni che irradiano il Vangelo. Nella vita attraverso la vita.
La terza caratteristica della tradizione benedettina che il Papa ha sottolineato è l’ospitalità. Nella Regola, san Benedetto dedica un intero capitolo all’ospitalità, cominciando con le parole: «Tutti gli ospiti che arrivano al monastero devono essere accolti come Cristo, perché un giorno dirà: ‘Ero ospite e mi avete accolto’. ” ».
E prosegue definendo alcuni atteggiamenti concreti che la società dovrebbe adottare nei confronti dell’ospite: «Devono andargli incontro, manifestando in ogni modo il loro amore; […] Preghiamo insieme e poi entriamo in comunione con Lui, scambiandoci la pace», condividendo cioè con Lui la cosa più preziosa che abbiamo. San Benedetto poi parla degli ospiti dicendo: «I poveri e i pellegrini in particolare vanno accolti con tutto il rispetto e la cura possibile, perché in essi Cristo è ricevuto in modo del tutto speciale».
Essere un modello di ospitalità
Come oblati, il vostro grande monastero è il mondo, la città, il luogo di lavoro, e lì siete chiamati ad essere un esempio di ospitalità, di rispetto per coloro che bussano alla vostra porta e di amore per i poveri. Accogliere significa questo: la tentazione è chiudersi in se stessi, e oggi, nella nostra civiltà, nella nostra cultura, nella cultura cristiana, uno dei modi per chiudersi è spettegolare e “diffamare” gli altri. “Mi chiudo perché questo è un bastardo, perché questo ecc ecc.” Come i Benedettini, il loro linguaggio è lodare Dio, non parlare male degli altri.
«Se riformate la vostra vita, e non parlate mai male degli altri, avrete aperto la porta alla causa della vostra santificazione», ha detto anche il Papa agli Oblati Benedettini, ricordando che «a volte sembra che la nostra società stia lentamente soffocando se stessa isolamento.” Tesori di egoismo, individualismo e indifferenza.
Il Papa, infine, ha ringraziato Dio «per il grande patrimonio di santità e di sapienza che» è custodito dalle offerte benedettine, e ha invitato a «continuare a dilatare il proprio cuore e ad abbandonarsi ogni giorno all’amore di Dio, senza mai cessare di Aspetto.” Per lei testimoniatela con passione e accoglietela nei poveri che la vita offre”.