Il governo italiano cambia il suo piano di imporre tasse alle banche
La decisione arriva dopo diverse critiche, soprattutto da parte della Banca Centrale Europea.
Il governo italiano ha cambiato il suo controverso progetto di imporre una tassa sui profitti straordinari delle banche, dopo numerose critiche, soprattutto da parte della Banca Centrale Europea, hanno riferito le agenzie di stampa italiane.
Secondo l’emendamento proposto, le banche potranno scegliere tra pagare l’imposta o aumentare le proprie riserve non distribuibili – riserve che non possono essere pagate come dividendi – di un importo equivalente a due volte e mezzo l’imposta.
La modifica al testo dovrà essere approvata dal Parlamento e potrà essere soggetta a ulteriori modifiche.
Il governo di estrema destra guidato da Giorgia Meloni ha annunciato in agosto che avrebbe applicato un tasso unico del 40% sui “profitti eccessivi” delle banche derivanti dai tassi di interesse più elevati decisi dalla Banca Centrale Europea a partire dal luglio dello scorso anno.
La decisione ha portato i titoli bancari italiani a registrare forti cali e, due giorni dopo il suo annuncio, il governo ha chiarito che la nuova tassa sulle banche “prevede un limite massimo di contribuzione che non può superare lo 0,1% del totale attivo”. Un livello molto inferiore alle stime iniziali.
Il 13 di questo mese, la Banca Centrale Europea ha messo in guardia sugli effetti che la tassa potrebbe avere, in particolare sui livelli di capitale degli istituti o sulla composizione delle riserve, e sul rischio di un’ulteriore frammentazione del sistema finanziario europeo.
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