Tutto ciò che avanza muore, e ciò che avanza velocemente muore prima. In questa terribile certezza biologica e culturale sta la follia del progressismo e forse la causa dello scempio sociale che deriva, di regola, dalla sua ingerenza nelle vicende umane. I futuristi, membri ansiosi di questa confraternita collettiva, si distinguevano però per la loro tacita accettazione del destino. Sapevano di essere in rotta di collisione con il muro di estinzione che limita comunità, specie e individui, e volevano farlo a 200 km/h, al passo di un motore a combustione interna e ben armati per le guerre che sognavano confrontarsi lungo il percorso. «Vivi veloce, muori giovane, abbi un bel cadavere(Vivi velocemente, muori giovane, lascia un cadavere di bell’aspetto), in seguito dirai il personaggio che John Derek ha interpretato nel film Il crimine è inutile (1949), di Nicholas Ray, È un modo per vivere o morire. Tuttavia, per quanto riguarda la civiltà europea, non oserei scommettere sulla bellezza del cadavere.
Il Manifesto Futurista, scritto dal poeta italiano Filippo Marinetti, fu pubblicato nel 1909, alla fine dell’Impero Europeo e quando già si erano mobilitate le forze che avrebbero definito la storia del continente nei decenni successivi. Il rapporto tra futurismo e fascismo è ben noto. Infatti, sia nella genesi che nello sviluppo del gruppo, convivono motivazioni politiche e creative, e sebbene l’esplicito sostegno dei futuristi ai fascisti sia apparso solo dopo la fine della prima guerra mondiale, già nel periodo di maturazione del movimento artistico orchestrato da Marinetti , il futuro può essere visto come l’origine ideologica del fascismo o, perlomeno, come il materiale socio-culturale che influenzò decisamente la dottrina mussoliniana.
Questa associazione storicamente indiscutibile testimonia il contrasto del fascismo con la famiglia delle ideologie conservatrici, per consuetudine consolidata di Giusto: Il futurismo era profondamente rivoluzionario e prevedeva le massicce ribellioni del Novecento, nonché i successivi esercizi di controllo e trasformazione sociale. “Vogliamo distruggere musei, biblioteche e accademie”, hanno dichiarato i firmatari della dichiarazione, fiduciosi nel potenziale di distruzione e nelle qualità di un nuovo essere umano che, come una fenice della società, emergerebbe dalle rovine. Ma soffermiamoci ora sulla singolarità artistica del movimento (che però attingeva dalle avanguardie, dal cubismo al surrealismo) e su una delle sue più importanti realizzazioni.
Nel 1914 Marinetti pubblicò una poesia sonora e linguistica dal titolo Tomba di Zang e dedicato alla battaglia che ebbe luogo nel 1912-1913 ad Adrianápolis (oggi Edirne), che includeva Bulgaria, Serbia e Impero Ottomano. Il poema, che spostava le parole in secondo piano per accentuare le caratteristiche fonemiche del discorso – e nella versione cartacea, la forma e la disposizione grafica – cercava, in tal modo, di trascendere i limiti della letteratura. Sottolineo l’opera, non per la sua innegabile importanza storica (ed estetica), ma per sottolineare una curiosità: un poeta che intendeva eliminare l’uomo per rifarlo a immagine delle sue convinzioni, ha rinunciato a fare altrettanto con le parole.
Mi sembra inoltre opportuno rilevare che al punto 4 del Manifesto del 1909 i futuristi rivelarono l’idea che il rombo del motore sia più bello del trionfo di Samotracia, la famosa statua in marmo della dea Ness, che è oggi . Lo trovi al Museo del Louvre di Parigi. E si dice che Andreas Weininger abbia paragonato una delle sue foto di conchiglie alla stessa figura. È un’immagine insolita, ma parte della sua forza deriva proprio dalla somiglianza con l’antica statua greca. L’immagine, che a sua volta rappresenta un pezzo di ostrica cruda trovata sulla riva, e apparentemente dice che sotto le ali della dea della vittoria si nasconde la fine di tutte le cose viventi o inanimate che esistono nell’universo e che il progresso è un marcia spietata della sconfitta. Nonostante tutto, credo che Filippo Marinetti avrebbe adorato la buccia di Weininger rimossa chirurgicamente.
Nella Gazetta del Popolo del 28 dicembre 1930, i futuristi firmarono nuovamente un testo espressionista: dichiarazione di cucina futuristicaDeposito di ricette e principi gastronomici per il nuovo sistema Italia. La brochure unisce aspetti dell’arte e della gastronomia con l’obiettivo di un’esperienza estetica originale, utilizzando un tono provocatorio, quasi ironico. Tra gli articoli e le pubblicità audaci, c’era un tentativo di rieducare il popolo: in difesa di una società più moderna, che doveva essere governata da norme gastronomiche nel nord Italia, in contrasto con la gola del sud, il discorso era un mezzo per diffamare spaghetti e altre paste, e la struttura degli elementi della cucina italiana. Per i progressisti, che si presentino come fascisti o socialisti, nessuna tradizione è immune da una spirale discendente di riforme.
La guerra degli spaghetti non è stata fatta esclusivamente dai futuristi. Nel 1935 il giornalista Paolo Monelli pubblicò Il ghiottone errante (Il ghiottone errante), un tour enogastronomico attraverso la penisola italiana che, come testi futuristi, criticava le abitudini alimentari dei propri connazionali, con utili riferimenti ai ‘grassi dei carpi’ e ai ‘principi romani i cui tacchi intasano le strade’. Più che una moda letteraria, la vessazione della cucina tradizionale era una strategia del progetto politico di Mussolini.
Dietro i pretesti intellettuali ed estetici, si nascondeva il vero motivo di questa crociata: la crisi finanziaria, la vittoria del fascismo, e il conseguente sconvolgimento di alcuni rapporti diplomatici fecero sì che l’importazione di grano duro che l’Italia non aveva mai prodotto in quantità sufficienti per mantenere la dieta in base alle masse. La fame minacciava la popolazione e l’orgoglio doce Poi campagne contro Trinità e il rigatoni. Infatti, in cucina futuristicaNel 1932 Marinetti affermò che “l’abolizione della pasta libererebbe l’Italia dalla necessità di importare il costoso grano straniero e gioverebbe all’industria italiana del riso”. Sotto il travestimento della buona volontà di nutrire, c’è sempre l’arroganza dello Stato patriarcale e il fallimento, non di rado, del sindacalismo nei settori dell’economia più privilegiati da quello stesso Stato.
Per un’attenta analisi di questo argomento è necessario tenere conto, oltre alle considerazioni economiche, della questione ideologica. Il maccheroni È cibo casalingo, ideale per piccoli gruppi familiari, ma non adatto a grandi mense di imprese socialiste. L’olismo non è interessato alla cucina di casa. Preferisce dedicarsi al miglioramento dell’alimentazione di gruppo. Il Ministero della Propaganda italiano, che ha svolto il lavoro per il quale è stato creato, ha preso parte al progetto, pubblicando foto di persone che gustano piatti di pasta con la didascalia “Chi mangia molto ruba al paese”. I tiranni moderni sono più sofisticati – quelli che mangiano molto appesantiscono il servizio sanitario nazionale, dicono – ma il concetto è lo stesso.
Dopo la pubblicazione del testo, Marinetti è stato visto più volte, e anche fotografato, mentre mangiava la pasta. L’immagine ci porta in una scena Americano a Roma (Steno, 1954) in cui Alberto Sordi mette da parte la dieta nordamericana da lui suggerita per divorare un piatto di pasta: «Macron, mi hai provocato e ora ti sto distruggendo“(Noodles, mi hai provocato e ora ti sto spezzando), dice il giovane arrogante. Tuttavia, è possibile che l’atteggiamento di Marinetti fosse basato più sulla maleducazione o su un programma estetico che sul principio dell’alimentazione. Tuttavia, l’apparente paradosso del poeta ricorda le influenze “sportive” di alcuni governanti che sentono di aver deciso di imporci le loro abitudini alimentari. La circonferenza dell’addome mostrata durante le cerimonie protocollari – che, in alcuni casi, ci fa chiedere se non avrebbe una massa gravitazionale così massiccia – lascia poco spazio alla giustificazione del metabolismo. Ancora la debolezza umana, come in una scena sardana con la pasta, e l’ipocrisia, si riducono al detto comune di origine biblica “Fai come dico io, non fare come faccio io”. Considerato il calibro delle creature coinvolte, l’ultima ipotesi è la più plausibile.
Gli ultimi bersagli dell’epidemia alimentare che il regime ha deciso di lanciare qualche anno fa sono i caffè delle scuole pubbliche. L’attacco non raggiunse la portata di quanto accadde in Italia negli anni ’30 e non osò ancora attaccare le unità vitali della gastronomia portoghese. Tuttavia, nel pacco che i nostri sanitari hanno deciso di buttare, ci sono pasticcini alla crema e baccalà, eccezionali esempi della ricetta nazionale che, curiosamente, si sono imposti ai turisti come simboli del Portogallo, a dimostrazione di questa schizofrenia che, prima o più tardi, si manifesta in tutti i sistemi di intervento – è anche utile, soprattutto in considerazione del rapporto dei futuristi con la cucina italiana, il divieto della pizza, ma non vale nemmeno la pena andarci.
Come previsto, queste regole per i tiranni del cibo sono inadeguate e alcuni hanno già chiesto pattuglie standard di caffè e ristoranti vicino alle scuole, forse per impedire una corsa per torte e cibo. palma, palma Coperto. Temo che il sogno di questi miserabili sia il domani che predisse Camilo Giardina, ministro della Sanità nel governo italiano tra il 1959 e il 1962, eccitato dal progresso della scienza, pronunciò il seguente proclama durante la seduta del Parlamento dove frode. Dai prodotti alimentari: “I futuri uomini dei voli spaziali saranno nutriti con i loro escrementi, trasformati in cibo scientificamente puro”.
Sempre più sorveglianza e controllo, non solo quando siamo seduti al tavolo ma in tutti gli aspetti della vita privata, perdiamo la nostra capacità di indignazione e rinunciamo all’unico controllo consentito in una democrazia: il controllo dei cittadini sui governi. Quanti barbari devono ancora legare i nostri apprendisti al totalitarismo finché non cominciamo finalmente a classificarli con il termine che Marinetti e Mussolini hanno scelto di chiamarsi, proprio quello che i neoprogressisti cercano di screditare tutti coloro con cui non sono d’accordo con il loro alieno concezione della società? Le azioni, soprattutto le più spregevoli, anche nel campo della terminologia devono avere delle conseguenze. Con le parole ci capiamo.