Le persone coinvolte nel caso di aggressione al ministro della STF (Corte suprema federale) Alexandre de Moraes in un aeroporto a Roma, in Italia, sono state identificate dalla Polizia federale (Polizia federale). Le indagini sul caso sono ancora in corso ei nomi degli aggressori non sono stati resi noti ufficialmente.
Secondo le informazioni pubblicate dai media, Moraes è stato oggetto di ostilità nella capitale italiana e suo figlio è stato persino maltrattato fisicamente. Questa informazione è stata rivelata da Agência Brasil e R7. Poco dopo la pubblicazione del caso sabato (15/7), l’Ufficio del Pubblico Ministero (PGR) ha chiesto informazioni alla Polizia Federale sugli attacchi. In una dichiarazione rilasciata questa domenica (7/16), PGR ha dichiarato che intraprenderà le azioni necessarie in merito al caso.
Come previsto dal codice penale, i cittadini brasiliani che commettono reati all’estero sono soggetti alla legge brasiliana e saranno responsabili di aggressione, minaccia, lesioni e diffamazione.
La legislazione brasiliana prevede sanzioni per minaccia (articolo 147), diffamazione (articolo 139) e ingiuria (articolo 140), e punisce anche chi aggredisce un pubblico ufficiale nell’esercizio della sua professione (articolo 331). Quest’ultimo punto prevede la pena più severa, che può arrivare fino a due anni di reclusione o una multa. Morais era in Italia con la sua famiglia per tenere una conferenza all’Università di Siena, all’International Law Forum.
Durante l’incidente, gli aggressori hanno insultato il Presidente del Tribunale Supremo Elettorale, definendolo comunista. Da notare che il ministro è il relatore delle indagini relative agli attentati avvenuti lo scorso 8 gennaio.
In un altro incidente che ha coinvolto Alexandre de Moraes, nel novembre 2022 anche il ministro è stato oggetto di ostilità mentre si trovava a New York (USA) per partecipare ai dibattiti su libertà, democrazia ed economia in Brasile nel 2023. Era in un ristorante della città.