Tra i vari generi videoludici probabilmente l’open world, con le sue enormi mappe, è quello che ha maggiormente beneficiato dei progressi dell’hardware. Le dimensioni e i dettagli dei mondi di gioco sono infatti la ragione per la quale i titoli di questo genere sono sempre tanto avidi di risorse, e una crescente potenza delle console si traduce proporzionalmente in un crescente livello di dettaglio dei titoli. Come ben messo in mostra anche da alcuni confronti video, nel corso degli anni le mappe e i mondi di gioco sono andate incontro a un’evoluzione costante, tanto in termini di dimensioni quanto in termini di dettaglio. Se non mancano alcuni aspetti curiosi, come The Elder Scrolls 2 che già nel 1996 proponeva una mappa più vasta di molte moderne, o come Microsoft Flight Simulator dove l’intero pianeta come mondo di gioco crea uno dei migliori simulatori recenti, è comunque interessante vedere quali titoli, ancora oggi giocati, possano fornire la migliore esperienza open world.
È per esempio arrivato su PC negli scorsi mesi Marvel’s Spider-Man, già uscito nel 2018 per Play Station 4. Nonostante le dimensioni abbastanza contenute della mappa di gioco, rappresentante comunque l’intera Manhattan, con attività e missioni secondarie il titolo rientra senz’altro nel genere open world. E lo fa con tutte le carte in regola per essere uno dei migliori titoli recenti: la storia originale, con un universo narrativo creato appositamente, è solo il primo dei punti forti del titolo. I DLC rilasciati forniscono altre ore di gioco, con numerosi collezionabili come tute e cimeli che strizzano l’occhio a chi già si sia cimentato con le altre versioni cinematografiche, fumettistiche o videoludiche di Spider-Man. Ovviamente spazio anche alla ricostruzione di New York, con Manhattan che mischia gli edifici storici a quelli del mondo Marvel creando un ambiente urbano perfetto da esplorare lanciandosi fra un grattacielo e l’altro.
Ambiente urbano che ricompare, anche se solo parzialmente, in The Witcher 3, titolo del 2015 in attesa di una prossima conversione per le console di attuale generazione. Le avventure di Geralt, nato dallo scrittore polacco Andrzej Sapkowski, sono state declinate anche in serie TV e soprattutto in videogioco, con un approccio open world che nel terzo titolo tocca punte d’eccellenza. La mappa, oltre che per le dimensioni, si segnala per una cura e varietà di primo piano: foreste, città e villaggi in rovina si alternano facendo da sfondo alle peregrinazioni del protagonista, in una trama strettamente collegata ai precedenti titoli. Anche attività secondarie e DLC sono di prim’ordine: fra le prime si annovera il Gwent, un gioco di carte collezionabili diventato in breve un titolo a sé stante, mentre i due DLC rilasciati forniscono ore aggiuntive e trame approfondite.
Altro titolo degli scorsi anni, ma ancora attivissimo grazie alla sua componente online, è poi Red Dead Redemption 2: posto come prequel del primo titolo, si colloca nella frontiera americana del 1899 e, come in The Witcher, propone una mappa vasta e variegata. Ai centri industriali dell’est si contrappongono le cittadine di frontiera dell’ovest, sfondo sul quale si svolge una storia che poco ha da invidiare a trame cinematografiche. Ricca l’offerta anche di attività e missioni secondarie: non mancano per esempio i classici tavoli da poker, nei quali intrattenersi mettendo alla prova la propria conoscenza del valore delle mani sfidando gli altri giocatori della lobby, e le brevi missioni fornite da sconosciuti che vanno ad arricchire l’esperienza di gioco.
Lo scorso autunno è poi uscito Far Cry 6, ultimo capitolo di una serie che da anni punta su enormi mappe per le sue ambientazioni. Nonostante il gioco possa contare sulla performance di livello di Giancarlo Esposito, la trama non ha riscosso gli stessi successi di altri titoli della serie; eppure, rimane comunque uno degli open world che meritano di essere provati. Grossa parte del merito va all’ambientazione, una fittizia isola caraibica i cui punti di contatto con Cuba e la sua storia sono inconfondibili, passando dai luoghi storici di ispirazione spagnola alle lussureggianti foreste. Degni di nota anche gli eventi crossover con richiami ai franchise di Stranger Things e Rambo, la comparsa di Danny Trejo e i DLC con protagonisti gli avversari dei precedenti titoli. Unito a una modalità cooperativa sempre divertente, specie con amici, l’ultimo capitolo della serie entra a buon diritto nel novero dei migliori open world ancora supportati.