– Ne uscirò. È molto doloroso -. Questa è l’ultima volta che Walter Nicola Gava, 58 anni, ha parlato sui social media. Nella foto che illustrava il post, Nicola era in ventilatore, in un letto d’ospedale, con la barba lunga e un aspetto un po’ ruvido, giustificato dall’esaurimento della lotta al corona virus. Famoso a sud di Santa Catarina, è morto questo mercoledì (16) pomeriggio all’ospedale S சாo Jos di Grisima.
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Da quel 25 maggio a questo mercoledì ci sono state tre settimane di alti e bassi, che si sono concluse con un arresto cardiaco, frutto della contaminazione da Covit-19. Nicola, storico, comunicatore, comico e profondo studioso di origini meridionali, lascia moglie e due figli. E innumerevoli amici.
Paco, la mamma non è tanto
La morte di Nicola Gava segna la perdita di un grande ricordo della storia dell’immigrazione italiana nel sud di Santa Catarina. Lui, come alcuni, conosceva il corso dei colonialisti. Da questi ricordi, ha creato un marchio, un prodotto chiamato “Paco, Ma non è tanto” o “Bobo, ma non tanto” nella traduzione libera. È sotto questa etichetta che Nicola ha messo la storia e ha fatto la battuta. Ha disegnato centinaia di vignette in cui recitava brani della vita quotidiana locale di “Paco” e prendeva in giro personaggi di tutti i giorni.
Nicola fa volontariato da più di tre decenni, iniziando nel suo stato natale di Nova Venezia e dedicandosi alla ricerca e all’archiviazione di informazioni sui cercatori di percorsi nella regione. “Una vita dedicata a dedicare la storia della città, i suoi coloni e il suo patrimonio culturale”, ha definito in un’intervista tre anni fa.
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Passione nata a Carnevale
Il suo rapporto con la cultura italiana nasce all’età di 16 anni al Carnevale del 1979 secondo le sue stesse testimonianze. Non avendo i soldi per comprare i vestiti per la festa, indossava i vestiti delle nonne e andava a una festa con le amiche, come Nona Angelina, il personaggio che l’ha portata fino alla fine. Nicola si è unito alla radio nel 1983, componendo il numero per preservare la memoria dei colonialisti.
Parallelamente al contesto storico, si è dedicato alla presentazione del turismo in Nova Venezuela, per le bellezze naturali della regione. Ha iniziato il libro “Senego Amalkar Gabriel” nel 1996, in cui ha descritto il corso dell’uomo religioso più famoso del sud. Invito da questo lavoro è nato nel 1997 come primo segretario culturale di Nova Venezuela, ma Nicola ha lasciato l’incarico un anno dopo per mancanza di talento per le manovre politiche.
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Ha contribuito a creare molti cittadini italiani
Nicola ha viaggiato in Italia quasi 80 volte. Fece molte ricerche e collaborò in maniera decisiva, così tanti Santa Catarina meridionali sognavano la cittadinanza italiana con questi documenti. Ha anche registrato CD di musica folk e si è dedicato alla musica. Ricercato innumerevoli volte dai mercanti, ha aiutato due dozzine di aziende con nomi legati al passato italiano e alla storia della Nuova Venezia.
Ha lasciato una vasta collezione di 30.000 fotografie allegate alla Nuova Venezia, di cui almeno 5.000 storiche e antiche. Uno dei vanti recenti dello storico è la costruzione della Nova Venezia di Ponte de Morocci, una vera attrazione turistica nel cuore della città ispirata alla lotta di Nicolas Cava.
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Nicola, sempre invitata a raccontarci quello che sa della Nuova Venezia, è un personaggio di un documentario prodotto dal giornalista Ney Manic, insieme ad altri ospiti, che elogia l’energia della città. Dai un’occhiata:
Progetti esistenti
Attraverso i social network, ha annunciato i recenti sforzi per arginare la malattia. Alla fine di aprile, ha detto che si sarebbe fatto crescere la barba dopo aver accettato l’invito a unirsi al cast di un film che prometteva di essere una pietra miliare nell’immigrazione italiana.
Pochi giorni dopo, a maggio, ha detto ai suoi follower di aver iniziato a registrare 60 documentari consecutivi ogni 6-12 minuti sui resti degli immigrati dall’Italia. Il 16 maggio ha elogiato un post sul blog dall’Italia sul suo video documentario “Nova Vanessa, Della Italia di Um Dochet”.
La partenza di Nicola Cava ha causato grande confusione nella regione, lasciando un grande vuoto nello studio del passato e delle origini del sud di Santa Catarina.
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