Il Brasile ha più discendenti di italiani dell’Italia, che potrebbero anche essere cittadini italiani. Ad unirla è un contesto storico in cui, a partire dalla prima metà dell'Ottocento, numerose comunità italiane – ducati, principati, regni, repubbliche – cominciano ad unirsi.
La povertà italiana coincise con l’abolizione della schiavitù. I leader politici associati alla politica del caffè incoraggiarono l’immigrazione di coloni nelle fattorie e milioni di persone peninsulari arrivarono nel paese.
San Paolo, ad esempio, ha il 40% della sua popolazione collegata all’Italia. Ci sono città brasiliane dove questa percentuale è ancora più alta.
Non è sconosciuto che gli italiani, anche se pochi, fossero presenti qui fin dal XVI secolo. Innanzitutto è necessario un avvertimento. La popolazione indigena del Brasile è composta da razze indigene. Tutti gli altri sono, infatti, immigrati. La maggioranza sono portoghesi. Ma con Martim Afonso, nel 1532, quattro membri della famiglia Adorno, genovesi, sbarcarono a São Vicente.
Uno di loro sposa una figlia di Karamuru e un altro costruisce i primi mulini per la canna da zucchero del paese.
A metà dello stesso secolo arrivò nel Nordest Felipe Cavalcanti da Firenze. Origine di una famiglia importante. Si dice addirittura nel Nord-Est: “Cavalcate non Kavalgandi”.
Dopo l'indipendenza, nel XIX secolo, arrivarono in Brasile rifugiati politici come Giuseppe Garibaldi. Vive brevemente nel Rio Grande do Sul, sposa la brasiliana Anita e torna in Italia per lottare per l'unità. Libero Pataro, medico e giornalista, viveva a San Paolo, dove fu ucciso e gridò: “Un libertario muore, ma la libertà non muore”.
La madre di Pedro I, D. Senza contare che Carlotta Gioaquina era figlia della principessa Maria Luisa di Birmania, originaria dell'Italia centrale, che era arrivata a Rio nel 1843 e che Pedro II era già sposato per procura con la napoletana Teresa Cristina.
Brasile e Italia sono intrecciati da mezzo millennio. Questo spiega l'amore che la maggior parte dei brasiliani nutre per la terra di Dante, Leonardo e Michelangelo.