Inserito il 07/05/2024 alle 20:35
Un recente studio britannico suggerisce che un gene protettivo potrebbe essere la ragione per cui alcune persone non si sono ammalate durante la pandemia di Covid-19, mentre altre si sono ammalate, anche più volte. Una ricerca pubblicata sulla rivista Nature suggerisce che gli individui con livelli elevati del gene HLA-DQA2 sono in grado di combattere il virus SARS-CoV-2 più rapidamente, con una risposta immunitaria ancora nel rivestimento del naso, rendendoli più vulnerabili alle infezioni. infezione dal virus. Resistente alle infezioni.
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Per raggiungere i risultati, gli scienziati hanno riunito volontari sani senza precedenti di infezione da Covid-19, che sono stati esposti, attraverso uno spray nasale, a una dose molto bassa del ceppo originale del virus. Lo studio, condotto dal Wellcome Sanger Institute, dall’University College London (UCL), dall’Imperial College London e da altre istituzioni, ha analizzato campioni di volontari prima e immediatamente dopo l’esposizione al virus.
Monitorando il sangue e il rivestimento nasale di 16 volontari, è stata monitorata l’intera infezione e le risposte delle cellule immunitarie. Si è poi capito che l’organismo dei volontari reagiva in modi diversi al virus, provocando un’infezione che poteva essere classificata in tre modi: sostenuta, transitoria o abortiva (leggi sotto). Lo studio suggerisce quindi che alti livelli di HLA-DQA2 prima dell’esposizione hanno aiutato le persone a evitare infezioni persistenti.
Gli individui con livelli elevati di questo gene hanno eliminato il virus in modo così efficace che non hanno restituito un test PCR positivo e non hanno avuto sintomi, mentre il gruppo transitorio è risultato positivo in modo intermittente e ha presentato sintomi lievi. Al contrario, sei persone che avevano infezioni persistenti hanno mostrato una risposta immunitaria rapida nel sangue ma una risposta immunitaria più lenta nel naso, consentendo al virus di stabilirsi lì. Secondo gli autori, questa scoperta potrebbe fornire una base per lo sviluppo di potenziali trattamenti e vaccini che imitino questa protezione naturale.