In occasione del centenario dell’Aeronautica Militare Italiana, il Papa dà in udienza ai suoi membri e ricorda il centenario da tre prospettive: tecnica, di servizio e umanitaria.
Novità dal Vaticano
Dopo numerosi tentativi di celebrarne il primo centenario, il Papa ha ricevuto in Vaticano membri dell’aeronautica militare italiana.
Francisco ha detto che questi 100 anni possono essere letti da diverse angolazioni. Uno di questi è il progresso scientifico, che ha cambiato la vita dell’umanità. Dai piccoli aeroplani ci siamo evoluti in sofisticati sistemi di ingegneria aerospaziale che possono raggiungere anche luoghi nello spazio.
“Va qui ribadito che la ricerca, la scoperta, le nuove tecnologie non devono mai essere subordinate a interessi particolari o ad usi dannosi, ma devono sempre essere rivolte al bene integrale dell’uomo, allo sviluppo di tutti i popoli e al miglioramento della giustizia”. Quanto all’aeronautica militare, per il Papa si è trattato di un “servizio inestimabile alla pace”.
C’è anche una prospettiva di servizio, anch’essa in evoluzione. Inizialmente la presenza dei militari era necessaria, soprattutto in tempo di guerra. Oggi, uomini e donne aiutano nel mezzo di disastri naturali, nel lavoro umanitario e nel settore sanitario, come nel trasporto aereo dei pazienti.
Un’altra prospettiva è quella dell’umano nella conservazione e nello scambio dei valori; A volte pagando con la propria vita. Il Papa ha ricordato i tredici soldati italiani uccisi a Kindu, in Congo, durante un trasporto umanitario sotto l’egida dell’Onu.
In un tempo in cui l’umanità è martoriata da terribili conflitti, Francesco ha concluso affidando i soldati e le loro famiglie alla Madonna di Loreto, la cui liturgia si celebra il 10 dicembre.