La Casa Bianca ha espresso “grave preoccupazione” per l’accordo di mutua assistenza. Il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha dichiarato: “L’accordo ha il potenziale per destabilizzare la penisola coreana, a seconda del tipo di armi, e potrebbe violare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che la stessa Russia ha sostenuto”.
La Corea del Sud ha criticato l’accordo. Lim Soo-suk, portavoce del Ministero degli Esteri a Seul, ha affermato che l’accordo viola le risoluzioni del Consiglio delle Risoluzioni delle Nazioni Unite ed ha espresso rammarico per il fatto che i due paesi “abbiano firmato un trattato di partenariato strategico e abbiano anche menzionato la cooperazione nel campo della tecnologia militare”. Ha aggiunto: “Risponderemo con forza a qualsiasi azione che possa minacciare la nostra sicurezza in cooperazione con la comunità internazionale”.
Il Segretario generale della NATO considera il trattato “un’alleanza tra potenze autoritarie”. Durante la sua visita negli Stati Uniti, il capo della NATO Jens Stoltenberg ha affermato che “quando questi paesi sono sempre più alleati – regimi autoritari come la Corea del Nord, la Cina, l’Iran, la Russia – è ancora importante che siamo alleati gli uni con gli altri”. Paesi che credono nella libertà e nella democrazia.” E ha aggiunto: “Dobbiamo renderci conto che le forze autoritarie si schierano sempre più. “Si sostengono a vicenda in modi che non abbiamo mai visto prima.”
La Russia ha avvertito la Corea del Sud che l’invio di armi all’Ucraina sarebbe un “grosso errore”. Durante una visita in Vietnam, Putin ha detto che “se ciò accadrà, prenderemo la decisione appropriata, cosa che non piacerà agli attuali leader della Corea del Sud”.
Quelli che mandano [mísseis para a Ucrânia] Pensano di non combatterci, ma ho già detto, anche a Pyongyang, che ci riserviamo il diritto di fornire armi ad altre regioni del mondo, in relazione ai nostri accordi con la Corea del Nord. Non escludo questa possibilità.
Vladimir Putin durante la sua visita in Vietnam
*Con ANSA, Agence France-Presse e Deutsche Welle