Questo giovedì (4), il Napoli ha pareggiato 1-1 contro l'Udinese, assicurandosi il titolo di Campionato italiano dopo 33 anni, a cinque giornate dalla fine.
Con 80 punti, la squadra di Luciano Spalletti può festeggiare la fine di un trentennio di siccità senza un titolo nazionale importante. Ovviamente questo traguardo è stato festeggiato da migliaia di tifosi allo Stadio Diego Armando Maradona, così come per le strade del napoletano e di tutta Italia.
La squadra che vinse il Calcio solo due volte, e colpì più volte il palo, oggi può tornare alla gloria, anche senza un fenomeno come Diego Armando Maradona, che guidò la squadra a due titoli tra gli anni '80 e '90.
Innanzitutto, se analizziamo che il Napoli ha perso grandi “top player” che hanno partecipato a campionati notevoli, talvolta anche “soffrendo” i secondi classificati, la storia sarebbe preoccupante. Ebbene, in questa stagione il Napoli ha perso il difensore Koulibaly, il centrocampista Fabian Ruiz e l'esterno Lorenzo Insigne. Poco prima l'attaccante belga Mertens.
sostituendo
Insomma, per una squadra che non è allo stesso livello di investimenti del trio Milan, Juventus e Inter, i partenopei hanno bisogno di reinventarsi sul mercato. Sapevano di questo aspetto.
Koulibaly, uno dei migliori difensori al mondo, sembrava impossibile da sostituire in una sola stagione. Non per il presidente del club, Aurelio De Laurentiis, e il suo consiglio d'amministrazione. Gli italiani hanno cercato di ingaggiare il difensore sudcoreano Kim dal Fenerbahce in Turchia. Questo mercato è lontano dai primi cinque del Vecchio Continente.
Mentre a centrocampo, senza il dominante Fabian Ruiz, gli azzurri hanno dominato definitivamente il camerunese Anguissa, dominando la corsa. Di conseguenza, oltre a segnare 2 gol e 4 assist, l'africano ha contribuito con 1,3 intercettazioni e 1,6 contrasti a partita allo Stadio del Calcio.
Infine, la partenza più preoccupante, Lorenzo Insigne, ha finito per firmare con Toronto, Canada. Mentre è stata la fine di una lunga storia per il protagonista della squadra, nonché giocatore fondamentale della Nazionale italiana. Per molti, la sostituzione a questo livello sarà impossibile.
La mappatura di Napoli però è andata lontano, in Russia. L'accordo era con uno sconosciuto georgiano all'epoca, Khvicha Kvaratskhelia. Non c'era altro modo, l'attaccante segnò 14 gol e distribuì 14 assist in stagione, portando la squadra a campagne storiche in Champions League e Campionato italiano. Al Napoli sono bastati 10 milioni di euro per prendere uno dei migliori giocatori del mondo.
Le scuole hanno giocato a calcio a modo loro
Poche parole possono descrivere questo Napoli, organizzazione, aspettative e fiducia. Innanzitutto scommettere su un allenatore che, pur non avendo vinto un titolo importante, fatta eccezione per la Coppa Italia, lascia sempre buoni voti ovunque vada. Che si tratti di restituire il calcio a Mohamed Salah, ai tempi della Roma, o di lavorare con squadre più piccole. Luciano Spalletti aveva sicuramente bisogno di un trofeo per sottolineare l'importanza del suo lavoro.
Nel frattempo, la scorsa stagione potrebbe essere stata la sua fine, poiché il calo delle prestazioni e le polemiche hanno pesato su di lui. Ma sempre grazie alla fiducia del suo direttore tecnico, Aurelio De Laurentiis, l'allenatore è riuscito a unire in campo una squadra di dieci nazionalità e tre continenti diversi, formando un'unica scuola di gioco.
Napoli, che non si vergognava a prescindere dall'avversario. Lo scambio passa alla ricerca di spazio nel campo avversario, anche in un ambiente più fisico e senza creatore. Transizioni offensive e tiri aerei hanno mostrato la forza dell'attacco, autore di 69 gol nel Campionato italiano e 26 in Champions League, superando finora entrambe le categorie.
Non c'è voluto molto perché il Napoli dimostrasse di essere una delle migliori squadre al mondo in questa stagione, raggiungendo anche i quarti di finale del Campionato Europeo.
la coppia
Se Khvicha Kvaratskhelia ha una posta in gioco diretta nel titolo italiano, Victor Osimhen non è da meno. Il nigeriano, capocannoniere della Serie A con 22 gol, si è assunto la responsabilità segnando nei momenti cruciali e ha dimostrato di essere il più grande acquisto nella storia del Napoli.
L'obiettivo del titolo non potrebbe essere diverso. La palla passa tra i piedi dei due, con un tiro del georgiano, e Osimhen poi completa il gol. Insieme i due hanno segnato 24 gol e 14 assist in stagione.
Maradona
In questo senso non si può ignorare anche l’importanza della stella argentina che oggi dà il suo nome allo stadio del club. Diego Armando Maradona non ha visto il suo Napoli vincere il titolo come avrebbe voluto nel 2018, e purtroppo non è più presente nei successi dell'Argentina ai Mondiali 2022, così come nel Napoli Calcio 2022/23.
“Voglio vincere lo scudetto e se il Napoli sta per vincerlo andrò in città in elicottero, pronto a festeggiare come un tifoso”, aveva detto Maradona nel 2018.
Maradona sa però che il suo nome continua ad essere ascoltato e onorato in tutto il mondo.