“NNon possiamo commentare, in questa fase, gli annunci che abbiamo sentito durante il fine settimana riguardo al divieto imposto da tre paesi dell’UE. “Stiamo ancora analizzando le misure, quindi non possiamo dire nulla su un divieto concreto”, ha detto la portavoce del commercio della Commissione europea Miriam Garcia Ferrer alla conferenza stampa quotidiana della Commissione europea a Bruxelles.
Questa posizione arriva dopo che la Commissione europea ha confermato, sabato scorso, di monitorare le conseguenze per le aziende agricole dell’ingresso dei prodotti agricoli ucraini (grano, mais, semi di colza e semi di girasole) nell’Unione europea, dopo l’opposizione di tre paesi dopo la fine delle restrizioni annunciate dall’istituzione.
Il vicepresidente esecutivo dell’istituzione responsabile del commercio ha annunciato: “La Commissione europea continuerà a monitorare la situazione ed è pronta a imporre restrizioni se la situazione del mercato lo giustifica, quindi continuerà a comunicare con gli Stati membri”.
Valdis Dombrovskis, al suo arrivo a Santiago de Compostela, durante la presidenza spagnola dell’Unione, ha osservato che “l’importante è che tutti lavorino in modo costruttivo”, senza commentare i governi ungherese, polacco e Protesta slovacca. .
Venerdì scorso, l’autorità esecutiva dell’Unione europea ha annunciato la fine del divieto imposto da cinque stati membri dell’Unione europea sul passaggio del grano ucraino per proteggere i propri agricoltori, con Kiev impegnata a controllare il flusso verso i paesi vicini.
Ma pochi minuti dopo, l’Ungheria e la Polonia hanno annunciato di aver deciso di estendere unilateralmente il divieto sull’importazione di grano ucraino, a dispetto della Commissione Europea. Successivamente la Slovacchia si unì a questi paesi.
Nel maggio 2022, l’Unione Europea ha sospeso per un anno i dazi doganali su tutti i prodotti importati dall’Ucraina e si è adoperata per consentire l’esportazione delle sue scorte di grano dopo la chiusura delle rotte del Mar Nero in seguito all’invasione del paese da parte della Russia nel febbraio 2022.
I paesi vicini dell’UE hanno visto un aumento significativo nell’arrivo di mais, grano e girasoli dall’Ucraina, portando alla saturazione dei magazzini e alla riduzione dei prezzi interni.
Così Polonia, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria hanno vietato l’importazione di cereali e altri prodotti agricoli dall’Ucraina a metà aprile, affermando di voler proteggere i propri agricoltori, aprendo un confronto con la Commissione Europea, responsabile della politica commerciale dell’UE.
In quell’occasione, l’Esecutivo comunitario ha concluso un accordo preliminare con questi quattro paesi, che finirebbe per coprire anche la Romania.
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