Alcuni giornali e editorialisti stanno cominciando a dubitare delle buone intenzioni dell’industria farmaceutica nel porre fine alla pandemia. C’è chi dice che dietro questa situazione ci siano “accordi commerciali segreti tra governi e industria, e studi clinici i cui risultati non possono essere raggiunti”. L’ipotesi della teoria del complotto è sempre presente.
E il quotidiano italiano “Manifsto” (30.07.) ha pubblicato un servizio a tutta pagina su questo argomento, mostrando contraddizioni che rendono difficile misurare in maniera rigorosa la durata dell’immunità. Sembra infatti necessaria una terza dose nel 2022 e sono in corso studi, tra cui Anvisa. Il governo di San Paolo ha già annunciato la sua disponibilità a implementare una terza dose di Coronavac. E nei prossimi anni?
Ciò che rende sospettosa l’industria farmaceutica e dei laboratori sono gli enormi numeri di fatturazione che continuano a crescere. Il valore stimato del mercato farmaceutico globale è di $ 1,3 trilioni (dati 2019). Pfizer, la più grande di queste società, ha superato i 50 miliardi di dollari di vendite quell’anno. I suoi profitti, dai soli vaccini, sfiorano i venti miliardi.
Non c’è dubbio che l’industria farmaceutica vale un trilione di dollari, e l’ultimo prodotto introdotto è stato un vaccino. Oggi non è più il proprietario dell’organizzazione o partner noti che gestiscono grandi aziende. Sono azionisti e fondi di investimento che forniscono la gestione a professionisti, il cui obiettivo è il profitto e l’apprezzamento in borsa. Sono amministratori delegati, direttori finanziari, amministratori delegati e direttori dei servizi di controllo interno, in termini di moda.
Rimangono nelle loro posizioni più remunerative solo se forniscono buoni risultati. Lì sta il pericolo! Ci sono differenze tra le decisioni, ad esempio, in campo scientifico e nel dipartimento finanziario, in generale decisioni che sono sinonimo di guadagni o dividendi. Purtroppo questa sfiducia non è nuova, ma sta diventando sempre più difficile sfuggire alla realtà del mercato.
La creazione del termine Big Pharma si riferisce a una teoria del complotto, ma ci stiamo avvicinando a qualcosa, ripetuto più e più volte, che ha finito per diventare un problema pubblico. La questione dei vaccini, voci o fatti, non è ben spiegata, almeno in termini comuni. Naturalmente, c’erano interessi politici locali, e questo ha solo interrotto il processo.
Non c’è sicurezza nel dire se avremo davvero bisogno della terza dose. Ora, se tu fossi il CEO (CEO) di una grande organizzazione farmaceutica, quale sarebbe la tua posizione di fronte all’azienda? Diresti che l’applicazione della terza dose è stata frettolosa o incoraggeresti la ripetizione in base alle probabilità di risultati immediati di bilanciamento? Conosciamo la risposta intuitivamente.
Diciamolo chiaro, la malattia è nuova e ne sappiamo molto poco. Pertanto, è facile attribuire narrazioni che si contraddicono a vicenda. Le malattie non trattate rappresentano certamente molte possibilità, tra cui ricerca e soluzioni. Purtroppo può essere vero anche il contrario.
non definitoVicepresidente della Federazione Generale dei Lavoratori (UGT) ed ex Cancelliere della Città di Rio Preto
condizione
Lierte Teixeira da Costa