Un termine che celebra 30 anni di carriera Andrea Bocelli, all’età di 65 anni, visitò il Brasile per la sesta volta, cantando brani delle opere che lo resero famoso, successi italiani e altre canzoni popolari. In totale, ha suonato cinque spettacoli nel paese – Belo Horizonte, Rio de Janeiro, Brasilia e San Paolo – e ha concluso la sua permanenza con uno spettacolo allo stadio Allianz Park domenica 26 maggio. Approfittando della serata finale per rendere omaggio al Rio Grande do Sul, il cantante ha invitato il collega David Carbone a cantare l’inno. Il compositore ha organizzato donazioni per il pubblico dello stato colpito dalle inondazioni. Per tutta la notte, ha condiviso il palco con il soprano Cristina Bazarou, la violinista Caroline Campbell, la collaboratrice di lunga data Sandy e suo figlio Matteo, 25 anni, che stava iniziando la sua carriera.
In un’intervista VedereBocelli commenta il suo rapporto con i figli che seguono le sue orme, i cambiamenti nell’industria musicale, i suoi ricordi del Brasile, le sue speranze per il futuro e altro ancora:
Hai appena terminato un concerto di canto con tuo figlio Matteo e hai già registrato alcune canzoni con tua figlia Virginia, 12 anni. La musica è già diventata un affare di famiglia? Lavorare con i miei figli Matteo e Virginia è una gioia indescrivibile. È stata una profonda benedizione condividere con loro il palco e la passione per la musica. In effetti, la musica è diventata per noi un’attività di famiglia. Attraverso di esso, creiamo legami e ricordi ancora più forti. Le loro prospettive rinfrescanti e il loro entusiasmo mi ispirano sempre. Vederli crescere e sviluppare i loro talenti unici è incredibilmente gratificante. Le nostre collaborazioni non sono solo obblighi professionali: sono espressioni dell’amore e dell’unità della nostra famiglia.
Cosa hai imparato dalla tua famiglia sui giovani di oggi? I miei figli sicuramente mi danno un accesso unico alla gioventù di oggi. Attraverso di loro apprendo l’evoluzione della musica e i suoi modelli di consumo. Mi hanno mostrato come la tecnologia e i social media comunicano con il pubblico. In questo modo mi aiutano a rimanere attuale e ad adattarmi ai cambiamenti senza perdere l’essenza della mia arte. È affascinante vedere come i generi si fondono e come nuove forme musicali emergano da queste intersezioni. Matteo e Virginia mi hanno insegnato l’importanza dell’innovazione e dell’apertura a nuove esperienze. Con il loro aiuto posso colmare il divario tra tradizioni classiche e tendenze contemporanee.
Questa sarà la sua sesta visita in Brasile. Quali sono i tuoi ricordi preferiti qui? Il Brasile ha un posto speciale nel mio cuore. Esibirmi qui per la sesta volta dimostra il profondo legame che sento con questo Paese. Ho bei ricordi di aver collaborato con straordinari artisti brasiliani come Sandy, straordinariamente talentuosi e gentili. La vivace cultura del paese, le persone appassionate e il patrimonio musicale unico mi attirano sempre qui. Il Brasile ha una qualità esuberante che mi risuona profondamente. Il pubblico qui è incredibilmente entusiasta e riconoscente, il che crea un’atmosfera magica durante gli spettacoli. La ricca storia musicale del Brasile, dalla samba alla bossa nova, mi ispira molto. Ogni visita mi lascia ricordi indimenticabili e il desiderio di tornare.
Il tour celebra i suoi 30 anni di carriera. Dopo questa retrospettiva, cosa ti aspetti dal futuro? Celebrare i 30 anni della mia carriera è un traguardo che apprezzo molto, ma sento che c’è ancora molto altro da esplorare e rivelare. Sono motivato dal mio amore per la musica e dal supporto dei miei fan in tutto il mondo, quindi finché avrò una voce da condividere e un pubblico che la ascolterà, accetterò con gratitudine ogni nuova opportunità e continuerò a cantare. Il viaggio di un musicista è in continua evoluzione e sono entusiasta dei prossimi progetti e collaborazioni. Cerco sempre di migliorare e di apportare novità alle mie presentazioni. La mia passione per la musica e la gioia che porta agli altri mi mantengono motivato e dedito al mio mestiere.
Sei inseparabile dalla tua identità italiana, sia attraverso il repertorio che canti sia attraverso la fede cattolica che coltivi. Quanto è importante per te sostenere questi principi? Il patrimonio italiano e la fede cattolica sono i pilastri della mia identità. Informano non solo le mie scelte musicali ma anche la mia visione della vita. Per me è importante rispettare e preservare queste tradizioni e trasmetterle alle generazioni future attraverso il mio lavoro e la mia famiglia. Sono le fondamenta su cui sono costruite la mia carriera e la mia vita personale e forniscono un senso di scopo e continuità. Le opere che canto, intrise della tradizione italiana e della profondità spirituale della mia fede, conferiscono alla mia musica una dimensione profonda che risuona con molti. Mantenere questi principi è un modo per rimanere fedele a me stesso e alle mie radici – e condividere questo ricco patrimonio culturale con il mondo è una responsabilità che assumo con tutto il cuore.
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