Il weekend del Gran Premio degli Stati Uniti si è rivelato più vivace del previsto. Con il formato leggermente ridotto a causa dell’introduzione della Sprint Race, i team hanno dovuto fare molto affidamento sui dati dello scorso anno, nonché sulle simulazioni di fabbrica.
In questo contesto abbiamo visto una situazione ripetersi: la Red Bull, soprattutto con Max Verstappen, non è poi così lontana dalla concorrenza. Nelle qualifiche per la Sprint Race e per la gara principale, abbiamo visto Ferrari e Mercedes avvicinarsi molto e competere efficacemente per il comando. Tanto che domenica Charles Leclerc ha conquistato la pole position.
Ma non possiamo ignorare la questione del trattamento degli pneumatici. La Red Bull dimostra durante tutta la stagione che occorre più tempo affinché gli pneumatici raggiungano la loro gamma di temperatura operativa ideale. Anche con la differenza di velocità, Perez e Verstappen sono bravi gestori di gomme. A questo punto Verstappen è migliorato molto nel tempo (aiutato dal fatto che ha una corsia libera davanti a sé).
Tanto che nella Sprint Race abbiamo visto che la leadership di Verstappen viene messa in discussione solo in partenza e nei primi quattro giri da Hamilton. Successivamente Verstappen si è imposto ed è riuscito ad aprire un gap di circa 10 secondi in 19 giri…
Anche se domenica si è svolta più tardi rispetto alla gara principale, lo Sprint ha mostrato il comportamento delle vetture. Anche con la pista parzialmente riasfaltata lo scorso anno e le modifiche apportate da Pirelli agli pneumatici, c’è stato un grande impegno nelle mescole. Non solo per il caldo (quest’anno più elevato), ma per le caratteristiche della pista…
Diventa quindi chiaro che il composto intermedio (C3 per questo test) è il più appropriato. Allo Sprint l’hanno usata tutti tranne Carlos Sainz. La Ferrari, infatti, ha scommesso su una vettura con un carico aerodinamico inferiore, scommettendo sulla buona trazione della SF23 e sul fatto che le vetture almeno si sarebbero comportate bene in prova.
Ma ancora una volta, non importa quanto fossero buoni i preparativi, il quadro era molto chiaro in termini di comportamento: McLaren e Mercedes finirono per ricevere un trattamento migliore dagli italiani e finirono per posizionarsi meglio nella lotta per il secondo posto in campionato. . Il grafico seguente mostra che i tempi di Hamilton e McLaren hanno una varianza molto minore rispetto a quelli di Sainz e Leclerc. Per le corse, questo è importante.
Del resto, come sottolineano gli stessi Pirelli, si tratta di una gara a due stazioni. Anche se le previsioni indicano che il tempo sarà più mite per questa domenica, l’erosione è stata maggiore del previsto, anche nella media. La mescola Duro è stata utilizzata nelle prime prove libere di venerdì e ha impiegato molto tempo per riscaldarsi e generare grip. Tanto che le squadre hanno scelto di scommettere chiaramente su un modello medio/duro/moderato. Sebbene McLaren abbia due gamme di nuovi Duros…