Raggiungere l’immortalità dando un nome a un’idea scientifica è un’impresa rara, limitata a poche persone. Ma il matematico e fisico musulmano Al-Khwarizmi riuscì a realizzare questa impresa non solo una volta, ma diverse volte.
Poco si sa con certezza della sua vita, e anche il suo nome completo è in dubbio: Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi è una delle versioni più accettate. Il cognome si riferisce a Khwarezm, l’oasi sulle rive del Lago d’Aral dove nacque intorno al 780. A quel tempo, la regione faceva parte dell’Impero islamico, che era al suo apice ed era governato dai califfi Abbasidi di Baghdad. La città più grande e ricca del mondo.
Il califfo Al-Ma’mun fondò la Casa della Saggezza, la grande biblioteca pubblica di Baghdad, e nominò Al-Khwarizmi direttore e anche astronomo di corte. In quest’ultimo ruolo, il matematico recensì l’opera “Geografia”, dell’astronomo greco Claudio Tolomeo, e scrisse anche di strumenti astronomici come l’astrolabio e la meridiana, oltre a calcolare valori esatti di funzioni trigonometriche.
Nel periodo tra l’813 e l’833, il periodo del regno di Al-Ma’mun, Al-Khwarizmi scrisse il “Libro della riforma e dell’equilibrio”, in cui fece uno studio completo del primo ordine (lineare) o del secondo ordine ( equazioni quadratiche). Si tratta di un’opera straordinariamente moderna: mentre i predecessori mesopotamici, greci e indù si concentravano su questioni specifiche, Al-Khwarizmi si concentrava sulla ricerca di metodi generali che consentissero di affrontare tutte le istanze del problema.
Ciò che lui chiama “algebra” è il trasferimento di un termine da un lato all’altro dell’equazione, qualcosa di familiare agli studenti dell’istruzione di base. Nella traduzione in latino, fatta in Spagna nel XII secolo, la parola divenne “algebra” e nacque così un nuovo sistema matematico.
Un’influenza simile ebbe il lavoro sul sistema di numerazione indù scritto intorno all’820. L’originale arabo è andato perduto, ma il testo è stato conservato in una traduzione latina intitolata “Algoritmi de Numero Indorum” (“Ciò che dice Al-Khwarizmi riguardo ai numeri indiani”) . Questo libro insegnò all’Occidente a fare matematica utilizzando la notazione decimale, tanto che la parola “algoritmo” nel titolo, che inizialmente si riferiva all’autore, finì per significare qualsiasi metodo di calcolo numerico (“algoritmo”).
Ma l’influenza di Al-Khwarizmi non si ferma qui. Basta notare che nella nostra lingua il suo nome è conservato in un’altra parola: “numero”, che è sinonimo di numero.
Si ritiene che sia morto intorno all’anno 850 a Baghdad.
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