La sonda Perseverance su Marte il 20 febbraio 2021.NASA/JPL-Caltech
Inserito il 15/08/2021 19:52 | Aggiornato il 15/08/2021 19:53
NEW YORK – La sonda Perseverance ha raggiunto una nuova pietra miliare nell’esplorazione spaziale. Per la prima volta il suolo di Marte – dove la perseveranza cerca segni di vita – è stato scavato alla ricerca di fossili e rocce che aiuteranno a comprendere la storia del Pianeta Rosso.
Dopo mesi di preparazione per l’operazione, che ha coinvolto più di 90 ingegneri e scienziati dell’agenzia spaziale statunitense NASA, la trasmissione dei dati ha causato un “giro di agitazione”, secondo una nota di aggiornamento della missione spaziale.
Inizialmente, il primo rapporto della sonda robotica riportava che la perforazione, la raccolta e la conservazione dei campioni di roccia avevano avuto successo. Poiché i rapporti inviati via radio impiegano ore per raggiungere i computer del Perseverance Mission Control Center, i ricercatori erano ansiosi di ricevere da lontano tutti gli aggiornamenti sul complesso processo di analisi geologica.
Circa sei ore dopo il primo segnale, delusione: il tubo per la raccolta dei campioni dal nucleo della roccia scavato dal robot era vuoto. Non c’era alcuna indicazione del materiale raccolto, anche se le foto mostrano che il trapano e i bracci meccanici funzionano correttamente.
Gli scienziati non si sono arresi. Dopo due giorni di analisi dell’intero processo di perforazione, sono giunti alla conclusione che non vi era alcun guasto da parte dell’escavatore robotizzato. Quello che è successo è che la formazione rocciosa scelta per scavare aveva proprietà sabbiose che hanno portato a frammenti molto piccoli e difficili da maneggiare con i raccoglitori.
Le immagini mostrano che i crateri hanno prodotto una manciata di fine polvere marziana – niente da salvare per un’analisi approfondita.